Cattedre scoperte per colpa del reddito di cittadinanza? Anief: non è vero, i supplenti sono vittime di un sistema di reclutamento rigido

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La mancata copertura delle supplenze, negata dal Ministero ma sempre più evidente seppure siano passate oltre tre settimane dall’avvio del nuovo anno scolastico, sarebbe legata al reddito di cittadinanza: è questa l’astrusa spiegazione di una preside.

La dirigente sostiene che “anche per il personale tecnico amministrativo ci sono le graduatorie d’istituto ma è difficile che qualcuno accetti l’incarico. È spiacevole dirlo, ma con il reddito di cittadinanza in molti non sono più venuti, soprattutto chi arriva da fuori regione. A scuola prendono poco di più rispetto al sussidio, così rifiutano la proposta”.

Il sindacato non può accettare queste interpretazioni così distanti dalla realtà. “Le cose non stanno così – dice Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – perché non è il reddito di cittadinanza che allontana i supplenti dalle nomine. Diciamo le cose come stanno: ci sono graduatorie inutilizzate per le immissioni in ruolo perché non si applica il doppio canale di reclutamento e la normativa europea contro l’abuso dei contratti a termine che dovrebbe prevedere la stabilizzazione di chi ha svolto almeno 36 mesi di supplenze, motivo per il quale abbiamo predisposto un nuovo al Comitato europeo dei diritti sociali: perché la scuola italiana continua ad essere affidata a tantissimi precari sine die. A questo si aggiungono ulteriori problemi dell’algoritmo impazzito, che assegna cattedre a personale già di ruolo o comunque occupato, che scegli docenti di sostegno non specializzati prima che quelli che hanno preso la specializzazione in didattica speciale, che spedisce in sedi scolastiche lontane e disagiate i candidati con più punteggio e assegna in seconda battuta quelle logisticamente più favorevoli agli ultimi arrivati. Altro che reddito di cittadinanza”.

“La verità è che i precari della scuola devono fare i conti con questo sistema assurdo di reclutamento, dopo avere pure subito l’umiliazione, nel 90% dei casi, della bocciatura al concorso impossibile da superare. Noi non ci stiamo e per questo abbiamo predisposto appositi ricorsi per tutelare i tanti precari danneggiati dal sistema automatizzato di reclutamento. La speranza è che il nuovo Governo faccia tesoro degli errori di chi lo ha preceduto e tenga in considerazione i 13 punti prioritari Anief per la prossima legislatura che continueremo nelle prossime settimane con una mobilitazione nazionale e uno sciopero programmato per la metà di novembre, quando – conclude Pacifico – si entrerà nel vivo delle azioni poliriche con la nuova Legge di Stabilità”.

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