Carta docente bonus 500 euro, per il 2023 è salva: nel 2024 lo scenario potrebbe cambiare

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Riflessioni in corso sulla carta del docente, ma, per il 2023, il bonus 500 euro dovrebbe essere salvo. Le eventuali modifiche partirebbero, comunque, nel 2024, lasciando, dunque alla prossima legge di bilancio (non quella che il governo varerà oggi pomeriggio) il destino della misura.

Fondi per la scuola, nella manovra 2023, ce ne saranno pochi e, come già scritto, legati alle attività indifferibili. Poco spazio, dunque, per interventi di sistema. I soldi stanziati serviranno per gestire l’ordinario e, anzi, il Ministero dell’Istruzione e del Merito deve attuale una revisione di spesa di oltre 100 milioni di euro così come abbiamo anticipato nelle scorse settimane pubblicando il programma di spending review dei singoli dicasteri.

Sulla carta del docente, la misura introdotta nel 2015 dal governo Renzi, c’è in atto una riflessione, ma, allo stato attuale, è difficilissimo (o praticamente impossibile) ipotizzare la sua abolizione già nella prossima Legge di Bilancio. Ogni discorso di modifica o di revisione è rimandata alla prossima manovra, quella del 2024.

Bonus da 500 a 375 euro

Negli anni a seguire il bonus potrebbe essere decurtato di un quarto (potrebbe essere ridotto a 375 euro) se il governo non dovesse reperire i fondi per rifinanziare la misura. Il decreto 36, quello che contiene la contestata norma del docente esperto, prevede già una modifica del plafond stanziato ogni anno per i docenti: sulla carta del docente si è trovato un accordo che vede il mantenimento della misura per intero fino all’anno scolastico 2023/2024. In seguito, il Governo dovrà trovare risorse e inserirle in legge di bilancio. Al momento si parla di 19 milioni di euro per di riduzione dal 2024 e 50 milioni di euro per il 2025, fondi (69 milioni totali) che al momento, secondo il testo, verrebbero reperiti proprio dalla carta del docente, facendo intuire ad un taglio già dal 2024. È stato anche approvato un ordine del giorno che vincola il Governo a trovare le risorse necessarie per la carta docente in legge di bilancio a partire dal 2024/2025: “Il Senato in sede di esame del disegno di legge di conversione, con modificazioni, del decreto-legge 30 aprile 2022, n. 36, recante ulteriori misure urgenti per l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) impegna il Governo ad individuare differenti coperture per consentire l’integrale mantenimento della cosiddetta “carta del docente” a decorrere dall’anno scolastico 2024-2025“.

Precari ancora esclusi

La Carta è assegnata ai docenti di ruolo a tempo indeterminato delle Istituzioni scolastiche statali, sia a tempo pieno che a tempo parziale, compresi i docenti che sono in periodo di formazione e prova, i docenti dichiarati inidonei per motivi di salute di cui all’art. 514 del Dlgs.16/04/94, n.297, e successive modificazioni, i docenti in posizione di comando, distacco, fuori ruolo o altrimenti utilizzati, i docenti nelle scuole all’estero, delle scuole militari.

Non cambia nulla, al momento, per gli insegnanti precari: i supplenti restano ancora esclusi dal bonus 500 euro della carta docente.

Tuttavia, si potrebbe aprire uno spiraglio per i supplenti, in tal senso: dopo la sentenza con la quale il Consiglio di Stato su ricorso del sindacato Snadir ha appena sancito il diritto di ottenere il bonus annuale di 500 euro anche in favore degli insegnanti di religione cattolica incaricati annuali, si fa sempre più concreta l’eventualità che anche gli insegnanti precari delle altre discipline possano ottenere il beneficio. E pure arretrati che potrebbero arrivare a 2500 euro complessivi e anche più, qualora gli interessati avessero in passato inviato una diffida all’amministrazione, capace di interrompere la prescrizione quinquennale del diritto.

Anche la Corte di Giustizia europea, con ordinanza del 18 maggio 2022, ha riconosciuto anche a tutti i docenti precari della scuola il diritto ad usufruire del beneficio economico di euro 500 annui, tramite la cosiddetta “Carta elettronica” per l’aggiornamento e la formazione del personale docente.

Ordinanza che ha già prodotto alcuni effetti giudiziari nel nostro Paese: il giudice del Tribunale di Vercelli ha ha assegnato ad una ricorrente, 2.500 euro ovvero il corrispettivo di 5 annualità durante le quali la docente non ha usufruito dei 500 euro della carta del docente.

La carta può essere utilizzata per l’acquisto di:

  • libri e testi, anche in formato digitale, di pubblicazioni e di riviste comunque utili all’aggiornamento professionale;
    hardware e software;
  • iscrizione a corsi per attività di aggiornamento e di qualificazione delle competenze professionali, svolti da enti accreditati presso il Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca;
  • iscrizione a corsi di laurea, di laurea magistrale, specialistica o a ciclo unico, inerenti al profilo professionale, ovvero a corsi post lauream o a master universitari inerenti al profilo professionale;
  • titoli di accesso per rappresentazioni teatrali e cinematografiche;
  • titoli per l’ingresso a musei, mostre ed eventi culturali e spettacoli dal vivo;
  • iniziative coerenti con le attività individuate nell’ambito del piano triennale dell’offerta formativa delle scuole e del Piano nazionale di formazione, di cui articolo 1, comma 124, della legge n. 107 del 2015 (Buona Scuola).

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