Carta Docente, anche i precari hanno diritto al bonus per la formazione: condannato il Ministero. Pacifico (Anief): “I precari non sono figli di un dio minore”

La formazione continua rappresenta un diritto-dovere professionale, previsto dalla normativa italiana e riconosciuto anche a livello europeo. A ribadirlo è stata una recente sentenza del Tribunale del lavoro di Latina, che ha accolto il ricorso di una docente precaria esclusa per tre anni consecutivi dalla Carta Docente da 500 euro annui, riconosciuta invece ai colleghi di ruolo.
La docente, assistita dal sindacato Anief, ha ottenuto dal giudice 1.500 euro più accessori, pari all’importo del beneficio non ricevuto.
L’esclusione dei precari è discriminatoria
Nella sentenza, il Tribunale ha ritenuto illegittima la normativa nazionale che riserva la Carta Docente ai soli insegnanti a tempo indeterminato. Richiamando la giurisprudenza della Corte di Giustizia Europea, il giudice ha evidenziato che l’esclusione del personale a termine configura una discriminazione vietata dalla clausola 4, punto 1, dell’Accordo Quadro sul lavoro a tempo determinato allegato alla direttiva 1999/70/CE.
Secondo la Corte UE, l’erogazione del bonus formazione rientra tra le condizioni di impiego, e non può essere limitata ai soli docenti di ruolo sulla base della durata del contratto.
Il principio della parità di trattamento
A rafforzare la posizione del giudice del lavoro è anche la sentenza della Corte di Cassazione n. 29961/2023, che ha ribadito il principio per cui a parità di mansioni e tipologia di impiego non è ammissibile una differenziazione di trattamento economico o formativo. Secondo il giudice, dunque, “l’assegnazione della carta elettronica al solo personale docente di ruolo si rileva, dunque, una scelta legislativa illegittima in quanto contraria al dettato degli artt. 3, 35 e 97 Cost.”, ossia viola principi costituzionali di uguaglianza e buon andamento dell’amministrazione.
Il giudice ha ricordato come la formazione non sia un beneficio occasionale, ma parte integrante del profilo professionale docente, richiamando in tal senso l’art. 282 del d.lgs. 297/1994 e l’art. 1 della Legge 107/2015.
Le implicazioni per i ricorsi
La decisione del Tribunale di Latina si inserisce in un filone ormai consolidato di giurisprudenza, che riconosce ai docenti precari il diritto a ricevere il bonus di 500 euro per ogni anno scolastico svolto con incarichi annuali o fino al termine delle attività didattiche. “Ancora una volta sulla questione della Carta del docente diventano decisive le posizioni della Corte di Giustizia Europea e della Cassazione”, ha dichiarato Marcello Pacifico (Presidente Anief). “Stando così le cose – conclude – il giudice del lavoro ha il pieno diritto di esaminare un ricorso per la mancata assegnazione della card dell’aggiornamento ai precari andando a verificarne la sussistenza. Presentare ricorso gratuito con Anief, facendo attenzione a non superare cinque anni dalla stipula del contratto a tempo determinato, permette allora di recuperare fino a 3.500 euro più interessi e di inviare un messaggio al legislatore e all’amministrazione scolastica: i precari non sono figli di uno dio minore”.