Carta docente ai precari, il giudice del lavoro di Venezia ricorda l’orientamento pressoché unanime della giurisprudenza di merito: 1.000 euro a un docente che ha svolto due supplenze annuali
Sulla carta del docente da estendere ai precari “va data continuità all’orientamento pressoché unanime della giurisprudenza di merito” che si dice favorevole.
Lo scrive il giudice del lavoro di Venezia che ha dato ragione ai legali Nicola Zampieri, Giovanni Rinaldi, Walter Miceli, Fabio Ganci, Maria Maniscalco e Denis Rosa, che operano per l’Anief, secondo i quali i supplenti hanno pieno diritto “ad usufruire del beneficio economico di € 500,00 annui previsto dall’art.1 della Legge n. 107/2015 per l’aggiornamento e la formazione del personale docente, con condanna dell’Amministrazione convenuta all’erogazione della “Carta Docente” e al pagamento dell’importo di €500 dovuto per ciascun anno”.
Al docente, che tra il 2020 e il 2022 ha insegnato stipulando due contratti annuali, per poi essere immesso in ruolo il 1° settembre scorso, il Tribunale veneto ha assegnato i 1.000 euro finora negati. Dopo avere ricordato i vari precedenti giudiziari, tutti favorevoli a concedere la Carta del docente, il giudice di Venezia ha ricordato che “l’esigenza di aggiornamento e formazione è dunque la medesima, sia che il docente presti servizio sin dall’inizio dell’anno scolastico sia che l’assunzione avvenga successivamente: il servizio prestato ha sempre la stessa natura e il docente deve essere dotato dei mezzi economici necessari per assicurare un insegnamento qualitativamente elevato a prescindere dalla durata dell’incarico a termine”.
Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, “troppo netta è stata la posizione espressa sulla Carta del docente dalla Corte di Giustizia europea, un anno fa con l’Ordinanza 450/22, e anche la sentenza Consiglio di Stato, la 1842 del 16 marzo 2022, nell’affermare che negarla significa discriminare un’intera categoria di lavoratori che hanno i medesimi diritti e doveri dei colleghi di ruolo. Pochi giorni fa anche il Consiglio dei ministri si è espresso in questa direzione e attendiamo, ora, il dettaglio di quanto approvato. Chi ha svolto supplenze come insegnante almeno 180 giorni per anno scolastico o dal 1° febbraio fino al termine delle lezioni, anche gli educatori, pure se nel frattempo immessi in ruolo, ha facoltà piena di presentare ricorso gratuito in Tribunale con Anief per chiedere i 500 euro annuali negati in modalità singola o collettiva. I risultati di queste impugnazioni sono sotto gli occhi di tutti”, conclude Pacifico.