Carta dello Studente 2023, che cos’è e come fare richiesta: guida completa e aggiornata

WhatsApp
Telegram

Anche per il 2023 è disponibile la “IoStudio – Carta dello Studente”, una carta nominativa destinata agli studenti delle scuole secondarie di secondo grado statali e paritarie che offre diverse agevolazioni e servizi utili durante il percorso scolastico.

La Carta, gestita dal Ministero dell’Istruzione e del Merito, permette agli studenti di accedere a sconti e agevolazioni di natura culturale  in ambiti come cinema, musei, libri, materiale scolastico, tecnologia, viaggi e vacanze studio.

L’obiettivo è anche quello di promuovere la mobilità degli studenti, l’accesso a beni culturali e tecnologici a supporto della didattica. Non sono richiesti requisiti Isee per richiedere la Carta.

A partire dall’anno scolastico 2020/2021, la carta IoStudio non viene più stampata automaticamente e deve essere richiesta compilando il modulo sul sito del Ministero e consegnandolo alla segreteria scolastica.

La Carta funziona anche come borsellino elettronico in collaborazione con PostePay e può essere utilizzata come carta prepagata ricaricabile senza costi o canoni di gestione. Tuttavia, i soldi devono essere caricati dallo studente o dalla sua famiglia poiché non vengono erogati dallo Stato.  La carta prepagata consente di effettuare acquisti fino a 2500 euro online o in negozio e di prelevare fino a 1000 euro dai Postamat e ATM Visa.

Come specificato, nella circolare sulle iscrizioni del 30 novembre, per l’anno scolastico 2023/24 la richiesta della Carta andava effettuata in fase di iscrizione.

Sul sito iostudio.pubblica.istruzione.it/web/studenti/convenzioni è disponibile una mappa con gli operatori commerciali che partecipano all’iniziativa, che attualmente sono circa 20mila.

Leggi anche

Carta dello studente 2022/23, formalizzazione richiesta: le indicazioni del Ministero per famiglie e scuole. MODULO

WhatsApp
Telegram

Due nuovi webinar gratuiti Eurosofia: La contrattualizzazione del personale scolastico e la Dichiarazione IRAP e 770