Carta del docente, fino a 500 euro per i precari, ma solo con contratto al 31 agosto. Norma al vaglio del governo. BOZZA [PDF]
Novità in arrivo per la Carta del Docente. Secondo quanto prevede la bozza del Dl Salva Infrazioni entrata in Consiglio dei Ministri, il bonus per l’aggiornamento e la formazione sarà esteso anche al personale docente con contratto di supplenza annuale su posto vacante e disponibile.
Secondo quanto si legge nella relazione illustrativa, la proposta contenuta nel provvedimento al vaglio del governo mira, riportiamo testualmente, “a estendere il beneficio dell’attribuzione della citata carta anche ai docenti con
contratto di supplenza annuale su posto vacante e disponibile, nonché a stabilire che l’importo annuo da assegnare nominalmente, per un massimo di euro 500, sia definito con il d.P.C.M. di cui al successivo comma 122″.
Pertanto, allo stato attuale, la carta del docente sarebbe estesa anche ai supplenti con contratto al 31 agosto (circa 45mila) per un importo massimo di 500 euro (dunque potrebbe anche essere di un importo minore rispetto a quello che, a oggi, spetta agli insegnanti di ruolo). L’importo sarà definito con successivo DPCM.
Nel pomeriggio di mercoledì è arrivato il via libera del Consiglio dei Ministri dal decreto Salva Infrazioni. Adesso si attende la sua pubblicazione in Gazzetta Ufficiale con la verifica di quanto previsto anche per la scuola.
Il comunicato del governo
Il Consiglio dei ministri, su proposta del Presidente Giorgia Meloni e del Ministro per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR Raffaele Fitto, ha approvato un decreto-legge che introduce disposizioni urgenti per l’attuazione di obblighi derivanti da attività dell’Unione europea e da procedure di infrazione e pre-infrazione pendenti nei confronti dello Stato italiano.
Il decreto, sulla scorta di quanto previsto dall’art. 37 della legge 24 dicembre 2012, n. 234, sulla partecipazione dell’Italia alla formazione e all’attuazione della normativa e delle politiche dell’Unione europea, contiene una serie di disposizioni la cui approvazione si rende necessaria a fronte di atti normativi dell’Unione europea o di sentenze della Corte di giustizia dell’Unione europea ovvero dell’avvio di procedure d’infrazione nei confronti dell’Italia che comportano obblighi statali di adeguamento. In particolare, il provvedimento mira ad agevolare la chiusura di 8 procedure di infrazione, di 7 casi di pre-infrazione e di un caso di aiuto di Stato, nonché ad adeguare l’ordinamento nazionale a 4 regolamenti e una direttiva.
Le procedure di infrazione sulle quali si interviene sono relative a diverse materie, dall’agevolazione in materia d’imposta di registro per l’acquisto della cosiddetta prima casa alle misure di tutela nei procedimenti penali e nel procedimento di esecuzione del mandato di arresto europeo, dalla disciplina del personale volontario e a tempo determinato del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco alle misure per il miglioramento della qualità dell’aria e della prevenzione dei rischi connessi all’esposizione alle radiazioni ionizzanti.
Quanto alle procedure di pre-infrazione, si agevola la chiusura dei casi aperti alla Commissione europea in relazione alle disposizioni in materia di: garanzia dei depositi bancari; cumulo dei periodi di assicurazione maturati presso organizzazioni internazionali; pubblicità nel settore sanitario; rilascio dei passaporti; verifica dell’efficienza degli investimenti nella rete di distribuzione del gas.
L’intervento della Corte di Giustizia Europea
Il governo è intervenuto, dopo l’ordinanza del 18 maggio, emessa dalla Corte di Giustizia Europea, nella causa C-450/21 (UC contro Ministero dell’Istruzione) su richiesta del Tribunale di Vercelli. I giudici europei si erano espressi sull’interpretazione della clausola 4, punto 1 e della clausola 6 dell’accordo quadro sul lavoro a tempo determinato allegato alla direttiva 1999/70/CE, in merito all’accesso al bonus di 500 euro da parte di un docente non di ruolo.
La Corte di giustizia, si legge, “ha riconosciuto che l’indennità prevista dalla citata normativa vada inquadrata tra le “condizioni di impiego” ai sensi dell’art. 1, punto 1, dell’accordo quadro, richiamando la giurisprudenza che si è occupata di tale aspetto”.
E ancora: “Sotto il profilo della disparità di trattamento e della non discriminazione, ha ritenuto che tra le due tipologie di docenti non sussista alcuna differenza in relazione alle mansioni espletate tale da giustificare una differenza di trattamento. Ha concluso, quindi, nel senso della non conformità alla clausola 4, punto 1, dell’accordo quadro di una normativa nazionale che riservi solo al personale docente a tempo indeterminato e non anche a quello a tempo determinato il beneficio di un vantaggio finanziario concesso al fine di sostenere la formazione continua dei docenti e valorizzarne le competenze professionali”.
Ricordiamo che si tratta di un testo provvisorio e che pertanto potrebbe essere suscettibile di modifiche.
A cosa serve la Carta del Docente
La carta può essere utilizzata per l’acquisto di:
- libri e testi, anche in formato digitale, di pubblicazioni e di riviste comunque utili all’aggiornamento professionale;
hardware e software; - iscrizione a corsi per attività di aggiornamento e di qualificazione delle competenze professionali, svolti da enti accreditati presso il Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca;
- iscrizione a corsi di laurea, di laurea magistrale, specialistica o a ciclo unico, inerenti al profilo professionale, ovvero a corsi post lauream o a master universitari inerenti al profilo professionale;
- titoli di accesso per rappresentazioni teatrali e cinematografiche;
- titoli per l’ingresso a musei, mostre ed eventi culturali e spettacoli dal vivo;
- iniziative coerenti con le attività individuate nell’ambito del piano triennale dell’offerta formativa delle scuole e del Piano nazionale di formazione, di cui articolo 1, comma 124, della legge n. 107 del 2015 (Buona Scuola).