Carta del docente, se serve per aggiornarsi e migliorare le competenze non si può negare ai precari: ad Arezzo migliaia di euro recuperati dal prof assistito dagli avvocati Anief
È stato un errore avere negato la Carta del docente ai precari: lo sostiene anche il Tribunale di Arezzo, che ha dato seguito al ricorso prodotto dai legali Anief e condannato il ministero dell’Istruzione ad assegnare i 500 euro della card dell’aggiornamento ad una docente per ognuno dei diversi anni di supplenza svolti come insegnante a partire dal 2016.
Nella sentenza, emessa ieri, il giudice ha spiegato che la questione del “trattamento differenziato tra personale assunto a tempo indeterminato e a tempo determinato in relazione a un beneficio la cui ratio è principalmente incentrata nel favorire l’aggiornamento e la qualificazione delle competenze professionali, nell’ottica di garantire il diritto, ma anche il dovere, di formazione, non pare giustificabile alla Corte di Giustizia europea. Tale essendo l’apporto della giurisprudenza Euro-unitaria questo giudicante non rinviene ragioni per discostarsene”.
Sulla Carta del docente ai precari, il sindacato Anief sta inanellando un altissimo numero di sentenze favorevoli. Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale del giovane sindacato, “troppo rilevante è il senso dell’Ordinanza della Corte di Giustizia europea 450/22, come pure della sentenza 1842 del 16 marzo 2022 del Consiglio di Stato, per negare ai supplenti annuali o fino alle attività didattiche la sovvenzione per l’aggiornamento professionale. Docenti precari o ex precari, come pure gli educatori, hanno quindi pieno diritto a presentare ricorso gratuito in Tribunale per chiedere i 500 euro annuali negati rivolgendosi ai legali Anief in modalità singola oppure collettiva: le possibilità di accoglimento del ricorso sono altissime, anche per l’anno scolastico 2022-2023 che sta volgendo al termine”.