Carta del docente, “diventi parte integrante dello stipendio, anche dei precari”: la richiesta della Gilda
Integrare lo stipendio con la carta del docente, in maniera strutturale: è la richiesta della Gilda al Governo. “Facciamo un appello al governo affinché consideri con attenzione la trasformazione delle risorse destinate alla Carta Docente in una voce strutturale dello stipendio, assicurando così una maggiore stabilità economica e sottraendole alle variabili politiche di governo”: si legge nella nota della Gilda Unams.
L’ipotesi del bonus di 500 euro direttamente in busta paga era già emersa nelle scorse settimane, col rischio di subire riduzioni per le tasse.
“Trasferire i fondi del bonus nella Retribuzione Professionale Docenti (RPD), significherebbe creare un incremento certo e permanente del reddito per tutto il personale docente. In questo modo, si eviterebbero le complicazioni legate all’utilizzo di piattaforme e bonus temporanei, garantendo invece un riconoscimento stabile e duraturo nel tempo, anche al personale con contratto a tempo determinato” spiega la Gilda.
Per incentivare l’aggiornamento professionale, la Gilda propone inoltre l’introduzione di una deduzione fiscale specifica per le spese che i docenti sostengono nell’acquisto di strumenti tecnologici, formazione, libri e testi necessari al lavoro didattico.
In legge di Bilancio carta ai precari
Nella bozza della legge di Bilancio 2025 è prevista l’estensione della carta del docente anche ai precari annuali. Il bonus, attualmente di 500 euro, potrebbe però vedere una riduzione: “l’importo della suddetta carta sia massimo di 500 euro annui per ciascun anno scolastico” si legge nella Relazione illustrativa.
Per la conferma della misura occorre attendere il testo definitivo, dunque l’iter del provvedimento in Parlamento fino all’approvazione definitiva, che dovrebbe arrivare prima di Natale, per poi essere pubblicato in Gazzetta Ufficiale entro la fine dell’anno.