Carta del docente, Anief: non esistono lavoratori di serie B, va anche ai precari. Il Tribunale di Roma rimborsa un insegnante con i 2.500 euro
Nell’Unione europea vige il divieto “di trattare i lavoratori a tempo determinato in modo meno favorevole rispetto ai lavoratori a tempo indeterminato”; quindi, “la sola natura temporanea di un rapporto di lavoro non è sufficiente a giustificare una differenza di trattamento tra lavoratori a tempo indeterminato e lavoratori a tempo determinato”; ancora di più perché “la formazione continua dei docenti è obbligatoria tanto per il personale a tempo indeterminato quanto per quello impiegato a tempo determinato presso il Ministero” ed occorre “valorizzarne le competenze professionali”; in conclusione, “la differenza di trattamento in ordine all’indennità” della Carta del docente “non risulta giustificata da una ragione obiettiva”.
A scriverlo è il Tribunale di Roma, prima sezione Lavoro, nell’esaminare il ricorso, presentato dai legali Anief, sul caso di un docente che ha svolto supplenze annuali tra gli anni scolastici 2017/2018 e 2021/2022: il giudice, sulla base di diverse motivazioni, ha quindi condannato l’amministrazione scolastica a “provvedere alla consegna al ricorrente della carta docente, con valore nominale di € 2.500,00 complessivi”.
Il sindacato Anief sulla Carta del docente da allargare agli insegnanti precari ha vinto già migliaia di sentenze. Il presidente Marcello Pacifico ricorda che il vero ‘faro’ per i nostri giudici è l’Ordinanza della Corte di Giustizia europea 450/22, come pure la sentenza 1842 del 16 marzo 2022 emessa dal Consiglio di Stato: in entrambi i casi si spiega che negare ai supplenti annuali o fino alle attività didattiche la sovvenzione per l’aggiornamento professionale è una operazione discriminante. I docenti precari dal 2016 o ex precari, come pure gli educatori, possono presentare ricorso gratuito in Tribunale con Anief per chiedere i 500 euro annuali negati in modalità singola o collettiva, anche per l’anno scolastico 2022-2023”.