Caro traghetti, docente verso l’addio al posto di lavoro: “Gli aumenti sono una mazzata, così non posso vivere sull’isola”

Marco, giovane professore di educazione motoria, ha scelto l’Isola d’Elba come primo approdo della sua carriera. Da due anni insegna in un liceo, entusiasta dell’esperienza.
L’idillio con l’isola, però, rischia di interrompersi a causa dell’aumento dei costi dei traghetti. Dal primo gennaio 2025, infatti, lo stop alle agevolazioni di Moby Lines per il trasporto dei veicoli ha raddoppiato la spesa per imbarcare l’auto, rendendo insostenibile la situazione per molti docenti. “Fino a dicembre spendevo 52 euro andata e ritorno per passeggero più auto, ora spendo 114 euro. Una mazzata”, dichiara a Il Tirreno.
Il peso dei rientri a casa
Originario di Empoli, il trentenne tornava regolarmente in continente per far visita a familiari e amici. “All’Elba ho trovato casa a Lacona, senza la macchina non posso arrivarci”, spiega il docente. L’aumento dei costi lo ha costretto a diradare le visite, con ripercussioni sulla sua vita personale. “Torno una volta ogni 2-3 settimane, altrimenti sarebbe davvero un salasso”, racconta. La preoccupazione maggiore riguarda eventuali emergenze familiari, che richiederebbero rientri più frequenti e, di conseguenza, spese ancora maggiori. “Spero davvero che le agevolazioni possano essere reintrodotte nel più breve tempo possibile”, auspica il professore.
La questione riguarda non solo il personale scolastico, ma anche società sportive, operatori di giustizia e proprietari di seconde case, tutti colpiti dall’aumento dei costi e dalla riduzione delle corse disponibili. L’obiettivo è il ripristino degli accordi presi a fine 2024, per garantire la continuità territoriale e la sostenibilità economica degli spostamenti da e per l’isola.