Caro libri scolastici? Parlano i librai: “Cifre esagerate, l’aumento è del 3,5%. Ma il tetto di spesa è fermo al 2012”
“Si parla di cifre esagerate, il caro libri scolastici è un’esagerazione”. A smentire gli allarmismi è Antonio Terzi, presidente del sindacato librai e cartolibrai SIL-Confesercenti, che all’Adnkronos spiega come l’aumento dei prezzi per l’anno scolastico in corso si attesti tra il 2,5% e il 3,5%, per una spesa media a famiglia che si aggira sui 350 euro.
“Le stime allarmanti che circolano sono spesso frutto di calcoli che includono prodotti di fascia alta o quantità di testi eccessive”, precisa Terzi. “Bisogna inoltre considerare che il prezzo dei libri scolastici è stabilito a inizio anno e non subisce variazioni a settembre”.
Il vero problema, secondo il presidente SIL, è il tetto di spesa ministeriale per l’acquisto dei libri scolastici, rimasto invariato dal 2012. “Dodici anni fa è stato introdotto un limite di spesa che le scuole non dovrebbero superare, ma da allora i costi sono aumentati, mentre il tetto è rimasto lo stesso”, sottolinea Terzi.
La situazione costringe gli istituti a fare delle scelte drastiche, tagliando sull’acquisto di alcuni testi o ricorrendo alla copia digitale, che però non sembra essere vista di buon occhio da molti docenti. “Il mercato del libro scolastico digitale rappresenta appena l’1% del totale”, rivela Terzi.
A crescere, invece, è il mercato del libro usato e scambiato, che rappresenta ormai il 35% del totale, a dimostrazione della crescente attenzione delle famiglie al risparmio.
Anche il materiale scolastico ha subito rincari, seppur contenuti, intorno al 4-5%, a causa dell’aumento dei costi di produzione.
“È difficile stabilire un paniere fisso e uguale per tutte le scuole, perché ognuna ha le sue esigenze specifiche”, conclude Terzi. “Tuttavia, è innegabile che il problema del tetto di spesa ministeriale vada affrontato al più presto, per evitare che le scuole siano costrette a fare a meno di testi importanti per la formazione degli studenti”.