Caro affitti, al Nord mille euro al mese più bollette. Pacifico (Anief): serve un’indennità di sede come nel privato, in migliaia rinunciano e chi accetta coi soldi dello stipendio non riesce a vivere
Chi lavora come docente e Ata fuori sede con i soldi dello stipendio non riesce a vivere: utilizza i propri soldi solo per sopravvivere”: commenta così Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, le denunce di questi giorni di inizio anno sul caro affitti, soprattutto al Nord, che fa desistere migliaia di precari nell’accettare la proposta di supplenza annuale che l’algoritmo ministeriale con sedi scolastiche spesso ben lontane dalla loro residenza.
In media, da Firenze in su l’affitto per un mini appartamento, sfiora i mille euro, a cui vanno aggiunte le bollette e costi condominiali. Vi sono zone, come Milano, dove i proprietari hanno trasformato e case in B&B proprio per “darle in affitto ai docenti che dal Sud” ma anche in questo caso, spiega la stampa specializzata, “con gli stipendi che hanno è dura”. Alla fine, in molti rinunciano, anche tra chi deve prendere il ruolo per gli assurdi vincoli ancora presenti, ma almeno il 20% dei supplenti alla fine decide di accettare e trasferirsi a centinaia di chilometri.
Intervenuto su La7, durante la trasmissione Coffee Break, il sindacalista autonomo si è soffermato sul fatto che l’attuale modello stipendiale “è totalmente sbagliato” per affrontare la vita reale: “per questo, come Anief, abbiamo chiesto una specifica indennità di sede” da assegnare al personale che opera lontano da casa e in situazione lavorative disagiate “che esiste nel lavoro privato”.
Pacifico è anche tornato sull’alto numero di contratti a tempo determinato, peraltro pure assegnati in ritardo e con la metà delle immissioni in ruolo praticamente perse, che pure quest’anno contrassegneranno l’inizio dell’anno scolastico: “I numeri – ha ricordato il leader Anief – sono grossi: più di 220 mila saranno i precari chiamati, tra l’altro come un algoritmo che negli anni passati ha fatto acqua da tutte le parti e fatto impazzire i precari, con supplenti con punteggi superiori non chiamati e altri invece convocati. Certamente, no stiamo vigilando su questo”, ma la certezza è che “ci saranno più di 50.000 supplenti annuali e più di 170.000 supplenti con contratto in scadenza 30 giugno, quindi fino al termine delle attività didattiche”.
Quelli sulle supplenze nella scuola sono numeri da record, che confermano il triste trend di precari in Italia, che negli ultimi sette anni sono addirittura raddoppiati. È una situazione incredibile, che la dicono lunga sull’inefficacia delle politiche di reclutamento adottate in Italia negli ultimi decenni. Il punto è che in Italia continua a non essere adottata la direttiva 1999/70/CE, introdotta dal Consiglio europeo proprio per evitare l’abuso sistematico di precariato. Il giovane sindacato, dopo aver denunciato per la prima volta il 16 gennaio 2010 l’abuso dei contratti a tempo determinato dei precari italiani. Per l’evidente abuso dei contratti a termine, Anief ha deciso di presentare denuncia di deferimento dell’Italia in Corte di Giustizia europea.
Nel rilanciare i ricorsi per la stabilizzazione e i risarcimenti danni, il giovane sindacato continua a sostenere che serve al più presto, già con la prossima legge di bilancio, l’attivazione del doppio canale di reclutamento del personale docente e Ata della scuola italiana.