Carlo Acutis, il “santo di Internet” e l’allarme della madre: “Vogliono digitalizzare anche l’anima dei ragazzi? I genitori sono impreparati”

Carlo Acutis, il ragazzo morto per una leucemia fulminante nel 20026, presto sarà santo. La sua figura, rapidamente, è diventata un simbolo per la sua giovane età e per il rapporto speciale con la tecnologia, tanto da essere riconosciuto a livello internazionale come “il santo di Internet”.
Il monito della mamma: “I genitori sono impreparati”
A 19 anni dalla scomparsa del figlio e a pochi mesi dalla canonizzazione, la madre interviene con parole che colpiscono il cuore della rivoluzione digitale. “Cosa vogliono fare con questi telefonini… Vogliono digitalizzare anche l’anima dei ragazzi? I genitori sono impreparati. E nessuno deve dimenticarlo: l’unico obiettivo di queste tecnologie è il profitto”. Il suo appello richiama l’attenzione su una generazione cresciuta tra smartphone e social network, spesso senza strumenti adeguati per affrontare i rischi e le insidie di un mondo sempre più virtuale.
Genitori nell’era digitale e nuovi linguaggi della fede: tra sfide e opportunità
La genitorialità nell’era digitale rappresenta una delle sfide più complesse e delicate. I genitori si trovano spesso a navigare in un territorio sconosciuto, dove smartphone, social network e videogiochi sono parte integrante della quotidianità dei figli. La rapidità con cui le tecnologie si evolvono rende difficile stabilire regole chiare e aggiornate, mentre la pressione sociale e la paura di escludere i ragazzi da dinamiche di gruppo spingono molti adulti a cedere sull’uso dei dispositivi. Tuttavia, la consapevolezza dei rischi – dalla dipendenza digitale al cyberbullismo, fino alla perdita di attenzione e di relazioni autentiche – cresce di pari passo con la diffusione di questi strumenti.
Molti genitori ammettono di sentirsi impreparati di fronte a un mondo che non hanno vissuto da adolescenti. La mancanza di strumenti educativi specifici e di percorsi di formazione dedicati agli adulti rende ancora più difficile il compito di accompagnare i figli verso un uso consapevole e responsabile della tecnologia. La scuola può diventare un alleato prezioso, offrendo momenti di confronto, informazione e supporto. Ma resta fondamentale il ruolo della famiglia, chiamata a trasmettere valori, a dare l’esempio e a costruire un dialogo aperto, capace di affrontare anche le questioni più spinose legate al digitale.
Santità e nuovi linguaggi della fede: il caso di Carlo Acutis
Parallelamente, la Chiesa cattolica si trova a confrontarsi con le nuove generazioni e con i linguaggi digitali che ne caratterizzano la vita. La canonizzazione di figure come Carlo Acutis rappresenta un segnale forte di apertura verso il mondo dei giovani e delle tecnologie. Carlo, con la sua passione per l’informatica e la sua fede vissuta nella quotidianità, è diventato un modello capace di parlare ai ragazzi con un linguaggio vicino al loro vissuto. La sua storia dimostra che la spiritualità può trovare spazio anche tra le pagine di un sito web, nei forum online e nelle community digitali, senza perdere autenticità e profondità.
La Chiesa, attraverso esempi come quello di Acutis, invita a riscoprire la virtù come abitudine al bene, esercitata ogni giorno anche nell’uso della tecnologia. L’obiettivo non è demonizzare gli strumenti digitali, ma educare a un loro utilizzo che sia coerente con i valori cristiani e con la ricerca del bene comune. In questo senso, la santità non è più vista come qualcosa di distante o irraggiungibile, ma come un percorso possibile per tutti, anche per chi cresce nell’era di Internet. La sfida, per le famiglie e per le comunità educanti, è quella di accompagnare i giovani in questo cammino, offrendo esempi concreti e strumenti adeguati per vivere la fede e la tecnologia in modo armonico e responsabile.