“Servono più laureati Scienze della formazione primaria per 3-6 anni e Scienze dell’educazione L19 per 0-3” Intervista a Luca Iemmi, presidente FISM

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La Federazione Italiana Scuole Materne ha eletto il nuovo presidente Luca Iemmi, che subentra a Giampiero Redaelli, alla Fism dal 2021 ad oggi. Tra gli obiettivi dei prossimi quattro anni: una parità dei titoli degli insegnanti, una convenzione col Ministero per dei fondi sicuri e più consistenti e un impegno nel Terzo settore

Quali obiettivi per i prossimi quattro anni?

“Nuova presidenza, che in continuità con l’altra lavorerà su una prima problematica che è quella della mancanza dei titoli adeguati degli insegnanti. Oggi c’è una carenza molto alta per quanto riguarda gli insegnanti del settore 3-6 anni, che non si trovano perché dalle università ne vengono fuori in maniera insufficiente. Ci sono dei blocchi, che erano stati organizzati senza tenere conto delle scuole paritarie. In pratica ogni anno l’università sforna pochi insegnanti sul 3-6 anni, ultimamente stiamo avendo delle difficoltà anche sugli educatori, quelli che sono rivolti alla fascia 0-3 anni, con una laurea L-19. Anche questi educatori stiamo facendo fatica a rintracciarli.”

“Questo incide su un calo della qualità delle nostre scuole. Perché? Perché siamo costretti ad assumere personale anche senza titolo. C’è una norma derogatoria per due anni, però è chiaro che se li assumi senza titoli ti rivolgi a un mercato che è meno qualificato di quello che dovrebbe essere. La problematica è anche che il personale più qualificato che è presso le nostre scuole da più anni, con una certa esperienza, quando vengono fatti bandi nazionali per le scuole statali, vanno poi dall’altra parte.”

“Abbiamo il problema del calo demografico, ma grazie a Dio non abbiamo delle chiusure massicce di scuole, quindi abbiamo dei cali, ma la sezione rimane. Anche se abbiamo delle sezioni più limitate, anziché da 20 bambini ce l’hai da 17, gli insegnanti li devi trovare ugualmente, quindi questa è una delle grandi sfide che assieme al Ministero dobbiamo cercare di risolvere. Anche con l’Università dobbiamo risolvere questi problemi, tenendo presente che se azioni oggi un corso di laurea nuovo, ci vogliono 5 anni perché una ragazza si diplomi.”

“Un altro problema è quello storico della legge di parità, la legge 62 del 2000, che il prossimo anno compie 25 anni, la legge Berlinguer che ha stabilito che le nostre scuole come quelle comunali sono scuole paritarie a tutti gli effetti. Questa parità non è mai entrata in funzione per la questione del sovvenzionamento. Le scuole dell’infanzia ogni anno debbono sottostare a quello che il governo nella legge di bilancio stanzia come contributi per l’infanzia. Teniamo presente che più o meno sono oltre 500 milioni di euro per le scuole paritarie, però noi non abbiamo mai certezza di questi contributi, perché appunto si chiamano contributi. Da tempo noi chiediamo che invece di regolamentare i contributi sotto forma di contribuzione, avvenga una stipula di convenzioni, come funziona un po’ per le primarie, che hanno un accordo con lo Stato, una convenzione per la quale io mi obbligo a fare scuola e tu Stato gli dai un compenso che abbiamo stabilito insieme, noi vorremmo arrivare a questo. Anche perché il convenzionamento tiene conto del costo standard, altra cosa che vorremmo definire con il Ministero: un costo standard che è uguale nelle nostre scuole come in quelle statali. Vorremmo che il finanziamento fosse riferito al costo standard, non tanto a un contributo che è slegato dal costo effettivo. Lei tenga presente che più o meno il contributo che viene dato dallo Stato è di circa 10 mila euro a sezione, quindi una sezione di 20 bambini vuole dire 500 euro, non è possibile questo, quando il costo annuo di un bambino, secondo il Ministero dell’istruzione è di circa 6.500 euro per l’infanzia.

Altri obiettivi?

“Ci siamo trasformati in rete associativa e quindi FISM è entrata a far parte del terzo settore come rete associativa. Altra cosa su cui ci stiamo impegnando proprio in questi giorni è l’istituzione dell’Ordine dei pedagogisti e degli educatori socioeducativi. È appena uscita la legge dell’8 maggio, la legge 55 del 24 dove sono stati istituiti questi due nuovi ordini, è chiaro che interessa il nostro personale dipendente, quindi stiamo cercando di capire in questa prima fase di applicazione della normativa cosa dobbiamo fare, come ci dobbiamo comportare perché in effetti le prime scadenze che hanno determinato i commissari nominati nei tribunali è per il 6 agosto. Un altro obiettivo: abbiamo fatto un accordo con l’Università Salesiana Pontificia per erogare delle borse di studio per il corso di laurea che hanno impostato l’anno scorso, che è per il management del terzo settore e siccome siamo interessati molto al terzo settore, stiamo chiudendo questo bando, per borse di studio, per cercare di formare del personale che un domani possa essere impiegato a livello amministrativo nelle nostre scuole. A proposito della carenza di personale nelle varie regioni italiane, è omogenea. L’insufficienza degli insegnanti si fa sentire sia al nord che al sud.”

Infine, un’iniziativa in cantiere è quella della formazione del nostro personale finanziata con fondi interprofessionali. FISM fa da capofila per diverse scuole del territorio, per utilizzare le risorse dei contributi che vengono versati ogni mese per i nostri dipendenti, per la 030 e per i fondi professionali. Noi ci stiamo impegnando con Fonder, che è il fondo degli enti religiosi e stiamo lavorando molto per aumentare la formazione. La formazione è una cosa essenziale per i nostri insegnanti e i nostri educatori. Il programma del prossimo quadriennio è oltre alla parità dei titoli, l’impegno sul terzo settore, il rapporto con l’università, quindi la formazione. Obiettivi per dare sempre più qualità alle nostre scuole e ai nostri bambini.

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