Carcere per i genitori che non mandano i figli a scuola: dalla definizione di obbligo scolastico alla privacy, il decreto legge non basta
Con l’introduzione del nuovo articolo 570-ter del codice penale, il governo ha preso una posizione decisa contro l’evasione e l’elusione scolastica.
Queste violazioni, ora associate a sanzioni penali, possono vedere i genitori o chi esercita la responsabilità genitoriale rischiare fino a 2 anni di reclusione per evasione e 1 anno per elusione.
Nonostante la forte posizione presa, sono molti gli aspetti del decreto da chiarire, come segnala Italia Oggi. Ad esempio, come viene calcolata l’elusione, o la frequenza irregolare, e come vengono coordinate le comunicazioni tra comuni e scuole sono solo alcune delle questioni ancora aperte. Inoltre, l’attuazione piena di questa legge necessiterà di ulteriori sviluppi legislativi secondari.
Anche se il nuovo articolo stabilisce sanzioni fisse, è interessante notare che non fornisce una misura minima di sanzione, che quindi rimane a 15 giorni, come indicato dall’articolo 23 del codice penale. Tuttavia, la legge consente l’applicazione di tutti i benefici legali, rendendo improbabile che un genitore incensurato venga effettivamente incarcerato per queste violazioni. Al contrario, chi ha già condanne pendenti potrebbe vedere attivarsi la reclusione a causa di questa nuova legge.
La complessità dell’argomento diventa evidente considerando la terminologia e le normative esistenti. Mentre l’articolo 570-ter fa riferimento all'”obbligo scolastico”, ci sono anche riferimenti all'”obbligo di istruzione” e all'”obbligo formativo” – concetti che, seppur simili, hanno implicazioni diverse. Il chiarimento è essenziale, dato che le pene coinvolte sono severe.
L’attuazione pratica del decreto-legge presenta altre sfide, come la necessità di una base di dati accurata per tracciare chi è tenuto all’obbligo scolastico e chi è effettivamente iscritto a scuola. E ancora, come verrà rispettata la privacy nel processo di pubblicazione degli inadempienti?