Cara Ministra, non adesso i concorsi, dobbiamo pensare ai nostri alunni. Lettera

Inviato da Clarissa Ferrario – Cara Ministra, sono una docente al secondo anno di insegnamento e scrivo per esporre alcune delle ormai troppe perplessità circa l’attuale situazione del sistema scolastico.
In questi pochi mesi di servizio ho visto le scuole nel più assoluto caos: in primo luogo, a causa del Covid-19 e della conseguente DaD, dove io e molti colleghi abbiamo fatto del nostro meglio, imparando giorno per giorno a salvare la didattica conformandola agli strumenti informatici, successivamente, a causa delle GPS, che hanno portato con sé complicazioni a non finire nell’assegnazione delle cattedre generando problemi in parte non ancora risolti. Insomma, in poche parole, un battesimo di fuoco per me e tanti giovani colleghi, che, nonostante tutto, hanno fatto del loro meglio in ogni circostanza.
E ora? I concorsi? Come è possibile anche solo pensare di sottoporre a dei concorsi docenti che in questi mesi hanno bisogno più che mai di dedicarsi alla didattica, che sta vivendo la fase delicatissima che tutti noi conosciamo, e a seguire corsi di formazione, per essere più efficienti possibile in caso di quarantena e ritorno alla DaD? Pensa che la soluzione al precariato sia annientare direttamente i precari sottoponendoli a procedure concorsuali, anche lunghe ed estenuanti, come nel caso del concorso ordinario, in un periodo estremamente delicato in cui la priorità degli insegnanti è occuparsi della scuola?
Noi docenti dedichiamo molto tempo alla preparazione delle lezioni: dal momento il nostro obiettivo principale è coinvolgere gli studenti, è nostro dovere studiare le migliori strategie per offrire loro al meglio gli argomenti previsti dal programma. Tutti i giorni noi ci impegniamo a valorizzare i nostri ragazzi, modulando le nostre lezioni secondo il loro interesse ed il loro potenziale e insegnando loro che sono persone e non numeri. Ma poi proprio noi docenti siamo i primi ad essere trattati come numeri o addirittura, vista la gravità della situazione corrente, tra concorsi e problemi nell’assegnazione delle cattedre, come carne da macello. Dov’è la dignità? Siamo esseri umani, non macchine. Persone, non oggetti.
Cara Ministra, lei è una di quelle persone che non ascolta nessuno e che considera questa sua caratteristica un punto di forza, pertanto scrivo queste parole semplicemente come sfogo, senza alcuna speranza di indurla a riflettere. Faccia pure i suoi concorsi che presumono di selezionare docenti, sebbene le procedure e le modalità risultino discutibili e incompatibili con le reali necessità della scuola. Io non ho tempo di pensare ai suoi concorsi, perché in questo momento ho altre priorità: le mie classi.