Campagna elettorale, i partiti già promettono stipendi europei per i docenti. Anief: prima servono 10 miliardi per annullare l’inflazione con la prossima Legge di Bilancio, chi si impegna?

Ha preso, il via in piena calura estiva, la volata della campagna elettorale che porterà alle elezioni politiche del prossimo 25 settembre. Tra i temi al centro dei partiti cominciano a trovare spazio i riferimenti sull’iter di attuazione delle riforme, su reclutamento e formazione, presenti nella Legge 79/22, l’aumento di risorse per l’Istruzione e la Ricerca, ma anche il perdurante blocco del rinnovo del Contratto nazionale: uno dei punti toccati giù da più di qualche politico è l’esigenza di introdurre uno stipendio per docenti e Ata “finalmente europeo”, anche per risollevare il ruolo di chi ha il compito di formare le nuove generazioni.
“Nessuno potrà dirsi in disaccordo con questi progetti – commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – ma quello che ci sentiamo di dire è che siamo stanchi di ascoltare proclami e di firmare accordi, come quello di Palazzo Chigi di 15 mesi fa, per poi trovarci sempre con un pugno di mosche in mano. I compensi del personale scolastico sono clamorosamente al di sotto della media europea (circa 10.000 euro) e della pubblica amministrazione italiana (circa 5mila): occorrono risorse fresche e aggiuntive, è inutile girarci intorno. Servono 10 miliardi in più per allineare gli stipendi all’inflazione, che solo nell’ultimo periodo della guerra secondo i dati Istat è salita di oltre l’8%”.
“A quel punto – prosegue il sindacalista autonomo -, una volta azzerati i compensi mensili al costo della vita, potremo guardare agli stipendi europei. Andando a concordare il contratto per il triennio 2022/24, dopo avere firmato, speriamo, quello ‘ponte’ del triennio precedente (fino a 123 euro lordi di aumento e 3mila euro di arretrati) al momento bloccato per l’intransigenza degli altri sindacati. Quale partito metterà tutto questo nel programma elettorale? Quale partito è pronto a combattere per inserire i miliardi già nella prossima Legge di Bilancio? Un milione e mezzo di docenti e Ata, con rispettive famiglie, continuano a tirare la cinghia per arrivare a fine mese, e aspettano risposte”, conclude Pacifico