Cambiare gli Esami di Stato: i docenti sono d’accordo. Oggi è inutile rituale
Noi sottoscritti docenti in servizio presso le scuole secondarie di secondo grado italiane, coinvolti nei rispettivi ruoli di appartenenza durante gli Esami di Stato, in base ad una consultazione nazionale e locale, da anni riteniamo sussista un’ evidente incongruenza con le riforme in atto, in merito all’ attuale Esame di Stato.
Riteniamo che esso sia un inutile rituale, che si ripete ogni anno con le modalità accademiche di un’alternanza di membri interni ed esterni supervisionati da presidenti, in maggioranza dirigenti scolastici, pronti a bacchettare docenti e studenti, a valutare le scuole ospitanti più che gli studenti candidati.
L’esperienza di questi ultimi anni, durante i quali i Licei e gli Istituti Tecnici e Professionali sono stati riformati , ha maturato in noi tutta la consapevolezza della necessità di una riforma anche dell’esame conclusivo della vita scolastica e formativa degli studenti, che invece è rimasto fermo al 2010, con la stessa organizzazione statica di un sistema ormai superato , limitato al nozionismo e non alle competenze degli allievi , richieste in tutte le forme e le programmazioni curricolari, nella valutazione , nella metodologia , nella didattica, nella rendicontazione dei percorsi.
Attualmente l’Esame di Stato dovrebbe essere interdisciplinare e non lo è.
In base alla lunga esperienza di noi docenti della secondaria di secondo grado , ma anche grazie ai suggerimenti e alle riflessioni dei colleghi della secondaria di primo grado, che in fase di orientamento preparano i ragazzi al passaggio nel nostro ordine di scuola, la terza prova scritta riteniamo sia da abolire definitivamente , in quanto soprattutto se a risposta multipla , rappresenta la mortificazione delle intelligenze cosiddette multiple, limitate a segnare crocette su quella che per i correttori dei test è soltanto la più plausibile, ma non sempre quella giusta. E’ confermato dagli studi scientifici docimologici sul pensiero convergente e divergente , che la maggioranza degli studenti più preparati e competenti le sbaglia e non riesce mai a raggiungere un punteggio adeguato e a volte discrepante con tutte le altre prove d’esame.
Andrebbe inoltre modificato il colloquio orale. Una prova oratoria importante, dove a volte i ragazzi ci stupiscono con un ‘ inaspettata prestazione di comunicazione, che li ha visti impegnati a ripetere gli argomenti studiati. Così come invece per coloro che durante i cinque anni di pre-maturità, hanno studiato con continuità, assiduità, impegno , capita che arrivino stremati dallo stress per poi non rendere affatto per quanto hanno studiato. Tutto ciò davanti a commissari interni in eterno imbarazzo, incapaci di intervenire per dovere di eccessivo rispetto e ospitalità nei confronti dei colleghi e presidenti esterni.
I docenti esterni cercano di informarsi, ma certo non conoscono quegli studenti se non attraverso schede personali con crediti pregressi , voti, numeri e qualche giudizio generico letto frettolosamente rendendo sempre più inutile il percorso interdisciplinare scelto dall’allievo.
Il colloquio così come è tenuto attualmente è soltanto un interrogatorio a raffica su autori , testi, teorie, che con voli pindarici va da un autore e da una disciplina all’altra. Una corsa con il tempo per far sì che tutti i docenti possano, nel rispetto della pari dignità delle discipline, intervenire nel discorso, il cui filo si è perso già dall’inizio.
Raramente, durante gli esami, i docenti esterni e il presidente di turno pongono domande sulla storia di questi studenti , tutto si limita ad un ascolto forzato e per nulla interessato. Un semplice adempimento burocratico. Questa la fotografia dell’attuale Esame di Stato , la fine di un percorso di studi obbligatorio e superiore, che si riduce ad un punteggio finale , scritto su un tabellone esposto nelle bacheche delle scuole , dove le storie personali diventano semplici numeri.
In base a quanto qui esposto , con l’amarezza di chi vive con impegno e dedizione il proprio lavoro, la propria scelta di professionalità che garantisca realmente pari opportunità agli studenti , equa valutazione, giustizia e merito, i sottoscritti docenti
C H I E D O N O
a) che questo Esame di Stato in vigore , venga modificato e adeguato sia alle scelte programmatiche, sia alla Riforma in atto, sia alla modernità e alla contemporaneità del sistema scolastico europeo, attraverso una riformulazione dello stesso;
b) che la Commissione d’Esame sia costituita da docenti interni all’Istituto di provenienza degli studenti, rappresentanti tutte le discipline , in modo da garantire il controllo e lo svolgimento reale dei percorsi interdisciplinari e una metodologia condivisa e unitaria;
c) che la Commissione interna , consapevole dei progressi, del curriculum scolastico di ogni singolo allievo, valuti in modo trasparente ed equo i candidati considerando punti di partenza, competenze, limiti, difficoltà e miglioramenti in itinere sicuramente utili alla formulazione del giudizio finale e complessivo;
d) che la Commissione sia garantita da un Presidente esterno , non necessariamente un collega o un dirigente scolastico, ma un supervisore anche con competenze amministrative, o docimologiche e tecniche, che possa valutare non i percorsi scolastici e formativi, né le performance finali degli allievi, ma soltanto il rispetto procedimento durante lo svolgimento delle prove d’esame;
e) che la preparazione delle prove scritte restino di competenza del MIUR e che quelle orali siano sempre pubbliche in modo da garantirne la trasparenza.
Sulla base della nostra proposta di revisione dell’attuale ESAME DI STATO riteniamo importante in tempi di crisi che si allungano sempre più, in tempi di risparmio della spesa pubblica, nei quali ci sentiamo coinvolti quotidianamente avvertiti dalla popolazione come un peso, unitamente a tutta la pubblica amministrazione, da chi non ritiene fondamentale il ruolo sociale, culturale, etico e politico , educativo degli insegnanti, di suggerire un RISPARMIO REALE della spesa, eliminando l’inutile pagamento di membri esterni , che ammontano a cifre molto elevate , anche rispetto ai membri interni penalizzati economicamente perché tali, mortificati per difetto. Retribuendo soltanto i docenti interni della Commissione d’Esame, nominando un garante- presidente interno al MIUR, si risparmierebbero molte migliaia di euro, garantendo il rispetto delle regole, delle norme, della scuola italiana, dei suoi operatori, degli studenti, e soprattutto della nostra Costituzione .
Sicuri di una efficace attenzione alle nostre proposte concrete e in linea con la partecipazione attiva al risparmio della spesa pubblica, restiamo in attesa di un riscontro alle nostre fiduciose aspettative.
I DOCENTI DELLE SCUOLE SECONDARIE DI SECONDO GRADO DI SALERNO
seguono firme