Burnout tra i docenti, dimensioni sempre più preoccupanti. L’esperta: “Nei licei situazione più grave, meno collaborazione tra gli insegnanti”

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Il fenomeno del burnout tra i docenti assume dimensioni sempre più preoccupanti. L’indagine condotta dall’Health & Sustainability LAB rivela uno scenario allarmante: quasi un insegnante su due manifesta sintomi di esaurimento emotivo, depersonalizzazione o bassa realizzazione personale.

A Il Riformista, Veronica Velasco, docente di Psicologia del lavoro alla Bicocca e responsabile della ricerca, sottolinea però un dato in controtendenza: “Il 75% dei docenti si dichiara soddisfatto e stimolato dal proprio lavoro”. Le principali cause del disagio non derivano, come si potrebbe pensare, dal rapporto con gli studenti, ma da fattori strutturali: “Il mancato riconoscimento sociale ed economico, unito al sovraccarico burocratico, rappresentano i principali fattori di stress”, spiega Velasco.

Sorprendenti differenze emergono tra i diversi ordini di scuola. Gli insegnanti delle scuole superiori, in particolare dei licei, manifestano livelli di malessere più elevati rispetto ai colleghi delle medie. “Nei licei registriamo una minor collaborazione tra docenti e un clima complessivamente peggiore”, evidenzia Velasco. Un altro dato significativo riguarda il fenomeno del “presentismo”: molti docenti faticano a staccarsi dal lavoro anche in caso di malattia. “L’assenza di un’organizzazione efficiente che permetta le sostituzioni spinge gli insegnanti a non assentarsi anche quando necessario”, chiarisce la ricercatrice. La soluzione? “Serve una leadership partecipativa dei dirigenti scolastici che favorisca il senso di appartenenza e la condivisione delle scelte”, conclude Velasco

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