ANP: Scuola, Servizi sociali e Tribunale lavorino insieme nella lotta al Bullismo

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L’associazione nazionale dirigenti pubblici e alte professionalità ANP ha partecipato al ciclo di audizioni che si sono svolte presso la Commissione Giustizia del Senato nell’ambito dell’esame dei disegni di legge in materia di bullismo e cyberbullismo.

Venga istituito per Legge un referente bullismo in ogni scuola

L’ANP si esprime a favore di una estensione al bullismo delle disposizioni previste dalla legge n. 71/2017 con riferimento al solo cyberbullismo. In tal modo si rafforzerebbe l’attenzione delle scuole al fenomeno e si verrebbe a sancire, in diritto, ciò che già nella realtà spesso accade:
• nomina di un referente appositamente formato con integrazione del Regolamento di Istituto.

“In più, questo offrirebbe la possibilità di ricorrere, anche in caso di bullismo, all’ammonimento del Questore, che è strumento di reazione immediata in grado di interrompere la reiterazione della condotta criminosa, propria di detto fenomeno, senza peraltro esporre la vittima a una indagine penale”, afferma l’ANP.

Per combattere il bullismo puntare sull’autonomia scolastica e sulla prevenzione

L’ANP ribadisce, con un comunicato sul proprio sito, che per affrontare al meglio sia il bullismo che il cyberbullismo occorre sostenere e promuovere l’autonomia delle scuole e puntare sulla prevenzione.

Tale questione può e deve essere supportata dalla formazione degli insegnanti, sfruttando anche l’occasione offerta dalla prevista formazione di docenti e dirigenti in materia di educazione civica, affinché le stesse forgino gli strumenti e le procedure interne ritenuti più idonei a prevenire e contrastare i fenomeni di cui si tratta calibrandoli sullo specifico contesto territoriale e sociale.

Coinvolgere servizi sociali e sanitari a sostegno del bullo e della vittima

Nel comunicato ANP si fa riferimento infine alla necessità del coinvolgimento dei servizi sociali e sanitari a sostegno sia del bullo che della vittima da parte della scuola, non come alternativa all’attivazione del Tribunale per i minorenni (come prevede l’A.S. 1690), ma prima di rivolgersi allo stesso.

“Ciò consentirebbe di collaborare con i servizi prima di e a prescindere dalla stesura del progetto di intervento educativo da parte del Tribunale, in modo tale da creare la necessaria “saldatura” tra l’azione della scuola, quella dei servizi e quella del Tribunale medesimo”.

Importante non lasciare da sole le istituzioni scolastiche

La mancanza di questa saldatura, prosegue l’associazione dei Presidi, ad oggi, fa sì che spesso la scuola si trovi a fronteggiare da sola i fenomeni di cui si tratta e a cercare di instaurare un dialogo collaborativo con le famiglie, senza alcun supporto o, nella migliore delle ipotesi, senza alcun coordinamento con gli altri soggetti istituzionali coinvolti.

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