Bullismo e nuovi modelli maschili: come la scuola e le serie TV stanno cambiando l’immaginario degli adolescenti

L’attore Nicolas Maupas, 26enne milanese con origini francesi, è oggi uno dei volti più noti del cinema e della televisione italiana. Dopo il successo in Mare Fuori, ha conquistato il pubblico con serie come Un professore, Odio il Natale e Noi siamo leggenda, oltre ai film Sotto il sole di Amalfi e La bella estate.
Nel suo ultimo lavoro, L’amore, in teoria di Luca Lucini, interpreta uno studente di filosofia introspettivo e lontano dagli stereotipi del maschio alfa. “Molti giovani vedono emozioni come la paura e la tristezza come un segno di debolezza, confondendo la violenza con la forza”, racconta Maupas al Corriere della Sera.
Bullismo e crisi di panico: l’adolescenza complicata
L’attore rivela di aver affrontato un’adolescenza difficile, segnata dal bullismo alle medie. “C’era un gruppetto a cui non ero simpatico, mi prendevano in giro e tiravano schiaffi. Io reagivo e la situazione peggiorava”, confessa. Al liceo, però, qualcosa è cambiato: “Ho imparato a stare con gli altri e a ignorare i commenti. Soprattutto, ho trovato i miei amici”. Un passaggio cruciale, che lo ha portato a riflettere: “A volte pensiamo di dover cambiare per adattarci, ma forse è la scatola che è sbagliata”.
La rinascita attraverso il cinema
Nonostante l’aspetto sicuro, Maupas ammette di aver vissuto momenti di fragilità. “A 16-17 anni, quando ho smesso il nuoto per problemi alla schiena, sono ingrassato e ho avuto crisi di panico“, racconta. Oggi, però, quei disagi sono diventati una risorsa: attraverso i suoi personaggi, porta sullo schermo modelli alternativi, lontani dai cliché. “Gli anni delle superiori, alla fine, me li sono vissuti bene”, conclude, dimostrando che anche dalle difficoltà può nascere un percorso di successo.
Bullismo scolastico e rappresentazione di modelli maschili alternativi: due temi intrecciati
L’esperienza di bullismo raccontata da Nicolas Maupas non è un caso isolato, ma un fenomeno che coinvolge ancora migliaia di studenti italiani. Secondo gli ultimi dati, quasi 1 adolescente su 2 ha subito episodi di violenza psicologica o fisica a scuola, con un aumento significativo dei casi di cyberbullismo. Le Linee di Orientamento per la prevenzione del bullismo indicano strategie chiare: formazione docenti, monitoraggio costante e collaborazione con le famiglie. Tuttavia, la vera sfida è cambiare la cultura del gruppo-classe, trasformando gli spettatori passivi in alleati attivi delle vittime. Proprio come è successo a Maupas, che al liceo ha trovato un gruppo di amici solidale, la scuola può fare la differenza promuovendo didattica cooperativa e progetti come peer education.
Parallelamente, il cinema e le serie TV stanno contribuendo a smantellare gli stereotipi di genere che spesso alimentano dinamiche tossiche. Maupas, con personaggi come lo studente introspettivo de L’amore, in teoria, rappresenta una mascolinità alternativa, lontana dall’aggressività del “maschio alpha”. La tendenza è sempre più visibile nella fiction italiana: da Lorenzo Zurzolo in Baby a Matteo Oscar Giuggioli in Skam Italia, i giovani attori stanno portando sullo schermo fragilità, dubbi e sensibilità, normalizzando emozioni tradizionalmente considerate “deboli”. Un cambiamento cruciale, perché – come ricerche dell’Osservatorio Nazionale Adolescenza confermano – i modelli mediatici influenzano l’autostima e i comportamenti degli studenti. Se la scuola combatte il bullismo in aula, la televisione può farlo nell’immaginario collettivo, mostrando che la forza non è urlare più forte, ma ascoltare.
L’intreccio tra questi due temi suggerisce una riflessione più ampia: educazione emotiva e rappresentazione mediatica sono due facce della stessa medaglia. Insegnanti e registi, ciascuno nel proprio ruolo, hanno l’opportunità di riscrivere il copione delle nuove generazioni, dove nessuno debba più vergognarsi di essere sé stesso.