Bullismo, c’è chi lo combatte con i corsi di yoga in classe

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Per contrastare il bullismo, alcune scuole stanno tentando anche la via dello yoga.

L’insegnamento di questa filosofia di vita potrebbe dare ottimi risultati soprattutto se praticata sin dai primi anni di età. Se a ogni bambino venisse insegnata la meditazione, elimineremmo la violenza nel mondo entro una generazione.

La frase (questa ultima) del Dalai Lama è stata fatta propria da Clemi Tedeschi, una docente che da circa vent’anni insegna yoga in una scuola elementare di Brescia. “Lo yoga – spiega Tedeschi al Sole24Orenon né una religione, come alcuni temono, né una pratica performante ma uno strumento fondamentale che accompagna la crescita dei bambini dai 2 anni sino all’adolescenza“.

Scambiato da molti per una ginnastica, lo yoga fa ricorso effettivamente a posizioni fisiche (asana) da assumere, ma è solo una parte di questa disciplina. La posizione del corpo associata alla consapevolezza e alla concentrazione sul respiro, ovvero alla meditazione, contribuiscono alla conoscenza delle emozioni forti e quindi alla loro gestione. E’ Tedeschi a spiegare che la mediazione del corpo “favorisce l’equilibrio emozionale, rende la mente più ricettiva e aperta a dimensioni meno esplorate come l’intuizione e la creatività“.

In questi decenni di esperienza nelle scuole, Tedeschi ha notato come le generazioni Internet (i nativi digitali) siano quelle sovraccariche di informazioni e hanno sviluppato un atteggiamento passivo rispetto alla realtà.

Mentre per un adulto è una pratica individuale – sono le parole di Tedeschi che si leggono sul Sole 24 Ore – per il bambino è una pratica che parte da sé per coinvolgere in modo armonico le relazioni con gli altri“.

Tedeschi suggerisce anche come approcciare in maniera corretta all’introduzione dello yoga. “Il primo dei requisiti – puntualizza Tedeschi – è la formazione minima di 100 ore da parte dell’insegnante a fronte di un dettagliato progetto pedagogico e didattico perché un conto è sapere, un conto è sapere insegnare. Per il resto mi affiderei al parere dei bambini che sono degli ottimi valutatori“.

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