Alunni bullizzati perchè stranieri: in Piemonte lo segnala il 40% dei docenti

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Serve imparare a proteggersi dai bulli, ma anche non diventare uno di loro”. Lo ha detto il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, durante il convegno Bullismo e Cyberbullismo: impatto su salute, socialità e legalità.

Secondo un’indagine a risposta multipla condotta dall’Ires, svolta in 48 istituti nelle 8 province piemontesi (mille studenti, trecento docenti e cento esponenti del personale Ata), dal Dipartimento di Filosofia e Scienze dell’Educazionedell’Università degli studi di Torino, il 71% degli insegnanti segnala che i principali atti di bullismo percepiti riguardano le caratteristiche personali; il 40% segnala atti di bullismo in base all’origine straniera e di bullismo basato sull’orientamento sessuale; il 24% bullismo di genere; il 19% bullismo predatorio (ad esempio furti ricorrenti ai danni di una stessa persona), il 16% bullismo verso persone con disabilità, il 2% bullismo su base religiosa.

Alla base delle singole azioni, riporta il sito La voce di Alba, ci sarebbero rabbia e forme di insicurezza dei ragazzi.

C’è stata però una seconda indagine del dipartimento dell’Università di Torino “Secondo il mio punto di vista”, che evidenzia invece la percezione del bullismo dopo il lockdown dal punto di vista degli studenti vittime, gli  studenti testimoni e gli insegnanti: tutte e tre le categorie concordano sul fatto che i principali atti di bullismo si manifestino con prese in giro per il 24,3% studenti vittime, 31,1% studenti testimoni e 40,5% degli insegnanti; con minacce fisiche per 7,0%-15,4% e 17,2% e aggressioni fisiche per il 6,2% 15,6% 23,0%.

Inoltre, durante il periodo di lockdown si evidenzia un rallentamento delle azioni di bullismo con una tendenza di crescita ala ripresa della scuola in presenza.

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