Briatore: “Non serve frequentare università per compiacere i genitori, meglio iniziare a lavorare”
Flavio Briatore ha recentemente lanciato un’affermazione che ha fatto discutere: “i figli dei falegnami devono fare i falegnami, non l’università”. Nell’intervista rilasciata a Libero, Briatore ha chiarito il suo pensiero, sostenendo che la sua affermazione non è stata completamente capita.
Briatore sostiene che l’istruzione non sia in discussione. Se un giovane ha ambizioni di diventare medico, ingegnere o avvocato, è incoraggiato a proseguire gli studi universitari. Tuttavia, se non esistono ambizioni particolari e l’università viene frequentata solo per compiacere le aspettative dei genitori, Briatore sostiene che sarebbe meglio iniziare a lavorare.
Sulla scia dell’esempio del falegname, l’imprenditore sottolinea l’importanza di valorizzare i mestieri tradizionali e le imprese familiari. Se un’attività di famiglia è prospera, un giovane potrebbe essere incentivato a continuarla, piuttosto che rischiare di trovarsi disoccupato dopo l’università. Briatore sostiene che lo Stato dovrebbe sostenere le imprese e aiutare i giovani a portarle avanti.
Per Briatore, gli istituti tecnici, una volta visti come rifugi per gli svogliati, sono una risorsa preziosa da cui uscirà la manodopera qualificata che supporterà il nostro tessuto socio-economico. Lui stesso sostiene che il suo figlio Nathan seguirà un percorso che combina formazione tradizionale e specifiche competenze in food and beverage, avviando la sua carriera “da zero”.
Briatore riflette sulla sua esperienza personale, raccontando di aver lavorato in vari settori dopo aver terminato gli studi. Sottolinea l’importanza dell’ambizione e dell’iniziativa personale, caratteristiche che, secondo lui, sono mancanti in molti giovani di oggi. Tuttavia, Briatore critica l’attuale clima di invidia sociale nei confronti di chi ha successo, sostenendo che la ricchezza dovrebbe essere vista come uno strumento che può creare lavoro, piuttosto che qualcosa da demonizzare e contrastare.