Botta e risposta a distanza tra Galli della Loggia e la Flc Cgil. La critica: “Sindacati inadeguati, non tutelano i lavoratori”. La replica: “Dialogo continuo e ampiezza di visione”
Scambio di vedute tra lo storico Ernesto Galli della Loggia e Gianna Fracassi, segretaria generale della FLC CGIL, sul ruolo dei sindacati nella scuola di oggi.
Sul Corriere della Sera, Galli della Loggia ha aperto le danze con un affondo deciso: i sindacati della scuola, a suo dire, sono diventati un colosso dai piedi d’argilla, incapace di rappresentare veramente gli insegnanti. Con la precisione di un chirurgo, ha dissezionato quello che considera il grande male dell’istruzione italiana: una sindacalizzazione pervasiva che ha soffocato la voce autentica dei docenti. Il suo j’accuse non si è fermato qui: ha dipinto un quadro in cui funzionari sindacali, lontani anni luce dalla realtà delle aule, dettano legge su questioni che non comprendono appieno.
Ma Gianna Fracassi non è rimasta a guardare e ha risposto colpo su colpo con una nota pubblicata sia sul sito del Corriere della Sera che sulla Flc Cgil. “Non siamo burocrati distaccati”, sembra gridare tra le righe della sua replica, “siamo la voce di tutti i lavoratori della conoscenza”. La sua difesa è stata articolata: ha parlato di un sindacato che non si limita a contrattare stipendi, ma che si batte per la qualità dell’istruzione, per il futuro dei giovani, per un’idea di scuola che va ben oltre le mura degli edifici scolastici.
Il botta e risposta ha toccato corde profonde. Mentre Galli della Loggia evocava l’immagine di una scuola ostaggio di logiche sindacali, Fracassi dipingeva il ritratto di un’organizzazione in prima linea contro i tagli, la precarietà, le condizioni di lavoro inadeguate. Due visioni del mondo scolastico che si sono scontrate ciascuna portatrice di verità e, forse, di qualche pregiudizio.
Ma in questo duello intellettuale, è emerso un punto di contatto inaspettato: entrambi, pur con accenti diversi, hanno posto l’accento sull’importanza cruciale degli insegnanti. Galli della Loggia li vorrebbe più liberi di esprimersi, meno imbrigliati nelle maglie sindacali; Fracassi li difende a spada tratta, respingendo come offensive le accuse di scarsa qualità.
In un Paese dove il dibattito sulla scuola spesso si perde in tecnicismi o si arena in polemiche sterili, lo scambio ha avuto il merito di riportare al centro dell’attenzione questioni fondamentali: come rappresentare al meglio gli interessi degli insegnanti? Come garantire un’istruzione di qualità? Come bilanciare le esigenze dei lavoratori con quelle degli studenti?
Alla fine di questo match, non c’è un vincitore netto. Ma forse, in un dibattito così complesso, non è questo che conta. Ciò che emerge è la necessità di continuare a discutere, a confrontarsi, a cercare soluzioni. Perché la scuola, come hanno dimostrato sia Galli della Loggia che Fracassi, è troppo importante per essere lasciata in balia di visioni unilaterali o di interessi di parte. È il futuro del Paese che è in gioco, e su questo, almeno, sembra che tutti possano essere d’accordo.