Bonus Maturità: penalizzati i bravi ma non troppo
comunicato Skuola.net – Una docente di un liceo classico di Terni scrive una lettera al Ministro della Pubblica Istruzione per evidenziare nuove criticità sul contestato Bonus Maturità. A essere penalizzati gli studenti bravi ma non eccellenti, magari in commissioni a ridotto numero di candidati. La salvezza viene dai privatisti.
comunicato Skuola.net – Una docente di un liceo classico di Terni scrive una lettera al Ministro della Pubblica Istruzione per evidenziare nuove criticità sul contestato Bonus Maturità. A essere penalizzati gli studenti bravi ma non eccellenti, magari in commissioni a ridotto numero di candidati. La salvezza viene dai privatisti.
I percentili della discordia. Ancora una volta sarebbero infatti i responsabili di iniquità nell’assegnazione del tanto contestato Bonus Maturità. Questa almeno è la visione di una docente del Liceo Classico Tacito di Terni, in una lettera aperta indirizzata al Ministro dell’Istruzione Maria Chiara Carrozza e pubblicata su Skuola.net. Il nuovo sistema penalizzerebbe gli studenti con voti medio alti in commissioni composte da pochi alunni.
La docente afferma che il decreto del 12 Giugno corregge alcune criticità, come affermato dallo stesso Ministro, “*ma crea nuove mostruosità*” perché “ *la disparità di trattamento dovuta al percentile si sposta dalle scuole, che hanno potuto indignarsi e protestare, alle singole commissioni*”. Dato che i voti I voti dell’esame di stato riferiti all’80esimo percentile di riferimento, saranno pubblicati sul portale Universitaly entro il 30 agosto 2013, “*l’effetto sarà verificabile solo dopo la conclusione degli esami, rendendo quindi la protesta e l’indignazione inefficaci”.
*Se infatti la nuova formulazione del decreto ha stabilito una tabella di conversione unica dal voto di Maturità al punteggio bonus, ha infatti altresì modificato la soglia di sbarramento per l’accesso al bonus: 80/100 di voto minimo e corrispondenza almeno all’80° percentile riferito ai risultati conseguiti dai maturandi giudicati dalla medesima commissione. *Il che vuol dire che comunque vada, al massimo uno studente su cinque in una classe potrà aspirare al bonus*.
*Il che secondo la docente, che si è cimentata a formulare alcuni scenari, potrebbe portare ad alcune situazioni a suo dire paradossali*. *Giovanni che si diploma con 90/100, potrebbe non prendere nemmeno un punto di bonus *perché ha la sfortuna di appartenere a una classe di super bravi, in cui il 20% dei compagni consegue un voto superiore o uguale a 91/100. *Invece Michele che si diploma con 90/100 nella classe accanto, può portare a casa 4 punt*i perché i suoi colleghi sono un po’ meno geniali, quindi l’80° percentile corrisponde a una soglia più bassa, per esempio a 85/100.
Insomma il criterio attuale sembrerebbe concorrere a sfavore degli studenti bravi ma non eccellenti, soprattutto se il numero di studenti giudicati dalla commissione fosse esiguo. Infatti se in una classe di 20 studenti, senza magari privatisti al seguito, 2 diplomati arrivano al 100 e lode e altrettanti si fermano al 100, uno studenti che si ferma al 98 non avrà diritto a nulla. Infatti, secondo la professoressa, l’ingiustizia risiede nel “*fatto che applicando un concetto statistico come il percentile a numeri piccoli (a volte piccolissimi come i 13 alunni che costituiranno una commissione al liceo privato) si ottengono, nella migliore delle ipotesi, risultati poco significativi, nella peggiore, paradossali*”.
Proprio in riferimento a quest’ultimo caso, la docente si domanda: “*Non crede, Ministro, che Giovanni con 98/100 sia un ragazzo di valore notevole anche se i suoi “eccellenti” compagni sono più bravi di lui e quindi non debba “correre” con 8 punti di penalità?*”
In effetti a conti fatti più la commissione è numerosa, più aumentano le possibilità che il proprio voto possa rientrare nell’80° percentile. Perciò il destino degli studenti risulta condizionato non solo dalla preparazione personale, ma anche dalla fortuna che la propria classe sia aggregata in una commissione numerosa, magari con qualche privatista al seguito che non entrerà in lizza per i voti più alti.
Segue Lettera Aperta
Gent.ma Sig.ra Ministro,
chi le scrive è un’insegnante del Liceo Classico G.C. Tacito di Terni. Il nostro è un liceo di provincia ma che, senza falsa modestia, posso definire d’eccellenza, non un diplomificio. Si tratta di un Liceo noto per
severità e rigore in cui il voto non viene mai regalato. Vorrei fare insieme a Lei qualche riflessione sulle novità di quest’anno. Come è noto, da ben 15 anni l’esame che migliaia di studenti sono in questi giorni chiamati a sostenere, non si chiama più di maturità, ma Esame di Stato, e non è solo una differenza linguistica ma soprattutto sostanziale: l’esame verifica e valuta conoscenze, competenze e capacità del candidato e ne certifica il livello raggiunto; le commissioni sono nominate dal Ministero; il Presidente è un pubblico ufficiale che garantisce la regolarità e l’omogeneità della valutazione nel rispetto degli ordinamenti esistenti; il titolo conseguito all’Esame di Stato ha valore legale.
Mi chiedo a questo punto se si possa per decreto stabilire che il valore del voto espresso da una commissione sia diverso dal valore del medesimo voto in un’altra commissione, anche operante nella stessa scuola.
Me lo chiedo perché è questo che, inevitabilmente, accadrà per effetto del D.M. 12 giugno 2013 da Lei emanato, che si proponeva di correggere quelle che Lei, Ministro, aveva definito “criticità”. Qualche criticità in effetti la corregge ma crea nuove “mostruosità”. La disparità di trattamento dovuta al percentile si sposta dalle scuole, che hanno potuto indignarsi e protestare, alle singole commissioni, con effetto di
moltiplicarsi ed essere verificabile solo dopo la conclusione degli esami, rendendo quindi la protesta e l’indignazione inefficaci.
Cosa succederà per effetto del Suo decreto? In molte delle centinaia di commissioni che operano sul territorio nazionale, l’80° percentile, soglia di sbarramento per accedere al bonus, NON corrisponderà allo stesso voto d’Esame. E non parlo di scostamento di 1 o 2 voti, ma anche di differenze macroscopiche che daranno luogo ad ingiustizie e disparità di trattamento, anch’essi macroscopici.
Mi sono divertita (si fa per dire) a verificare quello che sarebbe avvenuto applicando la tabella ai risultati nelle commissioni d’esame del mio liceo nell’anno scolastico scorso. Premetto che, come in tutte le
scuole, le situazioni e i livelli delle classi, e quindi delle commissioni, non sono necessariamente omogenei, ogni classe ha la sua storia. Per chi ha esperienza vera nella scuola, questo è un noto e palese dato di fatto. Ecco i risultati, ribadisco su voti veri dell’anno scolastico 2011/2012:
Commissione A: 80° percentile = 92
Commissione B: 80° percentile = 90
Commissione C: 80° percentile = 85
Come lo spieghiamo a Giovanni della commissione A che con 90/100 ha 0 punti di bonus mentre Michele della commissione C con 90/100 ha 4 punti di bonus, o, ancora peggio, Franco della Commissione C con 85/100 di punti ne ha 2? Sono certa Ministro che non le sfugga che nelle graduatorie dei test per l’accesso programmato, specialmente quello per medicina, uno 0,50, può fare la differenza di centinaia di posti e quindi essere la discriminante per essere dentro o fuori!
Come lo diciamo a Giovanni che magari ha fatto il test meglio di Michele e di Franco? E come diciamo, quest’anno, ad Antonio della Commissione A che ha la sfortuna di essere in una classe di cui fino a ieri andava orgoglioso fatta di tante, vere eccellenze che probabilmente per accedere al bonus dovrà avere 100/100 (questa possibilità la prego di credermi è realistica anche se eccezionale) e che il voto che riteneva essere l’obiettivo, per cui ha sudato, impegnandosi per 5 anni, di 98/100 non vale nulla, mentre l’85/100 della classe accanto di punti ne vale 2?
Non crede, Ministro, che tale disparità di trattamento sia intollerabile per chi, come i nostri studenti, ha studiato per formarsi adeguatamente, indipendentemente dal “punteggio” che li avrebbe premiati o puniti all’Esame di Stato?
Non crede, Ministro, che chi è fuggito dal liceo statale perché troppo duro e rigoroso e sia approdato ad un liceo privato dove tradizionalmente i risultati sono inferiori, e non a causa di maggiore severità, non debba essere così palesemente avvantaggiato?
Non crede, Ministro, che Giovanni con 98/100 sia un ragazzo di valore notevole anche se i suoi “eccellenti” compagni sono più bravi di lui e quindi non debba “correre” con 8 punti di penalità?
Non crede, Ministro, che tale evidente ingiustizia dipenda dal fatto che applicando un concetto statistico come il percentile a numeri piccoli (a volte piccolissimi come i 13 alunni che costituiranno una commissione al liceo privato) si ottengano, nella migliore delle ipotesi, risultati poco significativi, nella peggiore, paradossali?
Infine, non crede, Ministro, che alla luce di quanto detto non sia il caso di correggere questa mostruosità che, così com’ è, aprirebbe la prevedibile strada ad una quantità indefinita di contenziosi con gravi ripercussioni sulle graduatorie per l’accesso programmato alle Università?
Certa di incontrare la Sua sensibilità, La saluto cordialmente.
Lettera Firmata
docente presso il Liceo Classico G.C. Tacito di Terni