Bonus 150 euro, opportunità anche per docenti e Ata (compresi i precari)
Un bonus una tantum di 150 euro è la misura introdotta con il decreto Dl Aiuti ter. Vediamo meglio nel dettaglio di cosa si tratta.
Requisiti bonus 150 euro
A differenza del bonus 200 euro, il tetto del reddito si abbassa da 35mila a 20mila euro.
Bonus 150 euro per i lavoratori dipendenti
Per i lavoratori dipendenti (compresi quelli dell’ambito scolastico)- con retribuzione imponibile a novembre fino a 1.538 euro – l’indennità arriverà in via automatica nella busta paga di novembre, previa la dichiarazione di non esser percettore di altre prestazioni incompatibili. L’indennità spetta una sola volta, non è cedibile, né sequestrabile, né pignorabile e non costituisce reddito ai fini fiscali e previdenziali.
Bonus 150 euro per i pensionati
Ai pensionati l’indennità viene corrisposta automaticamente dall’Inps a novembre. Per averla bisogna essere residenti in Italia, titolari di uno o più trattamenti pensionistici, di pensione o assegno sociale, di pensione o assegno per invalidi civili, ciechi e sordomuti, nonché di trattamenti di accompagnamento alla pensione, e di reddito personale assoggettabile ad Irpef, al netto dei contributi, non superiore per il 2021 a 20.000 euro.
Bonus 150 euro, rientrano anche i precari?
L’Inps erogherà il contributo di 150 euro anche ai lavoratori stagionali, a tempo determinato e intermittenti che, nel 2021, abbiano svolto la prestazione per almeno 50 giornate, dunque potrebbero rientrare anche i precari (compresi quelli della scuola), così come già è stato per il bonus 200 euro. Il bonus spetterebbe anche ai percettori di NASpI o DIS-COLL che siano titolari di questi trattamenti a novembre.
Si attendono disposizioni più precise: la pubblicazione del decreto Aiuti ter in Gazzetta Ufficiale ed eventuali note e circolari esplicative di Inps e Ministero del Lavoro.