Bonanni (ex leader Cisl): Docenti da aggiornare sul digitale e vanno pagati di più

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Tocca proprio alla scuola interpretare il ruolo di principale soggetto promotore della cultura digitale attraverso una didattica mirata, in ogni ambito del mondo della istruzione.

Raffaele Bonanni, segretario generale della Cisl dal 2006 al 2014 dice la sua in fatto di scuola. Con un editoriale sul sito InTerris, entra nel merito del ruolo che la scuola deve ricoprire a fronte delle nuove tecnologie e di nuovi metodi di insegnamento ad esse collegate. Non a caso parla di “Cultura digitale”.

In buona sostanza, per l’ex leader sindacalista l’ammodernamento della scuola deve passare per una visione più attuale della stessa.

E’ a questo aspetto che Bonanni addebita la crisi profonda in cui versa la scuola italiana, responsabile della perdita costante della competitività con costi altissimi per l’economia e la coesione sociale.

Per l’ex della Cisl che ora è vicepresidente dell’associazione Laudato Si, il bonus da 500 euro della buona scuola di Renzi non ha sortito gli effetti auspicati. Era stato pensato per consentire ai docenti di aggiornarsi; invece il lockdown ha messo in mostra una “scarsa cultura digitale, molto diffusa”.

Secondo Bonanni che ora insegna diritto del lavoro all’Università Mercatorum di Roma, si sarebbero comportate meglio le scuole private paritarie che spesso si sono avvalse di piattaforme gratuite. Anche la maggiore libertà di movimento dei docenti avrebbe favorito le scuole non statali a gestire l’emergenza.

La disamina che prosegue aggravando il quadro impietoso della scuola italiana si conclude con un concetto base tutto a favore dei docenti.

Scrive Bonanni: “Dunque, quando i governi annunciano così pomposamente assunzioni, occorrerebbe prima aggiornarli nelle conoscenze digitali, e poi impiegarli, oltre a pagarli molto meglio. Non serve a nessuno una scuola senza missione e con insegnanti frustrati e mal pagati”.

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