Bonaccini attacca Valditara: “Il governo taglia sulle scuole, rischiamo le classi pollaio”

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“Il governo taglia sulle scuole, rischiamo le classi pollaio. Non l’ho mai fatto in 8 anni ma impugno il provvedimento davanti alla Corte costituzionale”.

Così il presidente della Regione Emilia Romagna e candidato alla segreteria del Partito Democratico, Stefano Bonaccini, nel corso del suo intervento a Rai Radio 1.

“Non è tollerabile che questo avvenga nel disinteresse, senza dibattito tra governo e Regioni. Credo e spero che altri miei colleghi presidenti facciano lo stesso, è un rischio grande perché bisognerebbe investire sulla scuola”.

E ancora: “Siccome il Governo sta tagliando sul dimensionamento degli organici e sulle autonomie scolastiche, succederà che, con quel provvedimento, rischiamo di avere classi pollaio in città con sempre più studenti, e quindi una diminuzione della qualità dell’offerta didattica, e scuole che chiudono in montagna e in aree interne periferiche dove c’è più spopolamento“.

Il calo della popolazione scolastica

La decisione del governo trae origine dai dati della popolazione scolastica, che si prevede calerà da oltre 8 milioni a meno di 7 milioni in 10 anni. Questo calo, insieme ai limiti imposti dall’UE con il Pnrr, sarebbe la ragione per cui la Legge di Bilancio ha previsto una normativa sul dimensionamento scolastico, che comporta un taglio di sedi e personale.

Questi tagli avranno effetto principalmente dal 2024/2025 ma si faranno sentire già a partire dal prossimo anno scolastico. La maggior parte delle fusioni (70%) si concentrerà nel Mezzogiorno, in particolare Campania, Sicilia, Calabria, Puglia, Sardegna.

Come spiegato in precedenza, pochi giorni fa era stata la Campania ad uscire allo scoperto in merito al dimensionamento scolastico: “Abbiamo deciso di impugnare la decisione del governo sul dimensionamento della scuola davanti alla Corte Costituzionale“, annunciava il Presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca.

Valditara respinge: “Se non fossimo intervenuti sarebbe stato peggio”

In merito alla questione, il ministro per l’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, in una dichiarazione delle scorse settimane, aveva precisato: “Sul tema del dimensionamento scolastico le scelte del dicastero vanno nella doppia direzione di mitigare gli effetti delle normative precedenti e osservare i vincoli dell’Ue in attuazione del PNRR: non si può essere europeisti a corrente alternata“.

Se non fossimo intervenuti si sarebbe arrivati a una disciplina più penalizzante per 90 posizioni di dirigente scolastico e direttore amministrativo. La norma da noi proposta non prevede chiusure di plessi scolastici, ma l’efficientamento della presenza della dirigenza sul territorio, eliminando l’abuso della misura della reggenza“, aggiunge Valditara.

“Questo modello consentirà di pianificare il numero di istituzioni scolastiche per ogni triennio, permettendo alle Regioni di adeguare la pianificazione locale alle esigenze del territorio”, conclude il Ministro.

Dimensionamento scolastico: cosa si prevede con la manovra 2023

La riforma del dimensionamento scolastico approvata con l’ultima legge di bilancio 2023, propone dunque scenari nuovi secondo il Ministero dell’Istruzione e del Merito.

Si prevede infatti un taglio calcolato di sedi e organico che avranno effetto principalmente a partire dal 2024/2025.

In particolare è previsto un decreto del Ministro dell’istruzione e del merito, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze, previo accordo in sede di Conferenza unificata, per la determinazione dei criteri per la definizione del contingente organico dei dirigenti scolastici e dei direttori dei servizi generali e amministrativi e la sua distribuzione tra le Regioni, sia da adottare entro il 31 maggio (anziché il 30 giugno) dell’anno solare precedente all’anno scolastico di riferimento.

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