Bocciato per una sola materia: il Tar non è d’accordo e lo ammette alla classe successiva
Un 17enne della provincia di Rovigo, bocciato dal consiglio di classe per un'insufficienza in italiano, in una terza di un istituto professionale del Polesine, è stato poi reintegrato dal Tar.
Un 17enne della provincia di Rovigo, bocciato dal consiglio di classe per un'insufficienza in italiano, in una terza di un istituto professionale del Polesine, è stato poi reintegrato dal Tar.
L'alunno rimedia un 5 in lingua e letteratura italiana negli scrutini di giugno. I docenti dispongono un recupero del debito formativo attraverso lo studio a casa nel corso dell’estate. A fine agosto il ragazzo si sottopone alla prova di verifica e viene respinto, non avendo recuperato la lacuna.
I genitori ricorrono al Tar del Veneto contestando la mancata attivazione del corso di recupero da parte della scuola e la carenza delle motivazioni nel giustificare il responso negativo, così riassunte: "Impegno non adeguato nello studio domestico. Metodo di studio non adeguato. Difficoltà di elaborazione di concetti. Partecipazione discontinua al dialogo educativo. Recupero in itinere negativo".
Arriva la sentenza, che annulla il verbale sotto accusa, e ammette l'alunno in quarta, che già frequenta grazie ad un provvedimento cautelare.
Il Tar motiva così in riferimento alla bocciatura: "Il collegio ritiene che tale giudizio non dimostri come e perché la ritenuta insufficiente preparazione in italiano influisca sulla possibilità dell’alunno di affrontare la classe successiva, tenuto conto del fatto che i voti riportati nelle altre materie erano tutti superiori o pari alla sufficienza, denotando quindi il possesso di adeguate competenze. Il giudizio negativo, dovendosi esprimere sulla base di una valutazione complessiva dello studente, deve dare atto non solo della insufficiente preparazione dell’alunno riguardo agli argomenti del programma ma anche dell’influenza di questa sulla sua capacità di seguire proficuamente le materie del successivo anno di corso".
Secondo l'avvocato della famiglia: "La norma è chiara e prevede che il giudizio non possa limitarsi alla valutazione negativa sulla singola disciplina, ma debba giudicare complessivamente le competenze dello studente e le sue capacità potenziali di recupero sull’anno successivo. Oltretutto parliamo di italiano, una materia non certo caratterizzante un percorso di studi all’interno di una scuola professionale".
Non è la prima volta che il Tar decide di annullare una bocciatura per una sola carenza: è già accaduto nel 2014 per una studentessa delle superiori in Toscana.
Bocciatura: non può dipendere da una sola materia secondo il TAR