Concorso a cattedra, i bocciati rispondono al Ministro Giannini. Lettera
Gentile redazione, sono un’insegnante bocciata, classe di concorso AD04, ho partecipato al concorso nella regione Toscana, regione in cui vivo.
Gentile redazione, sono un’insegnante bocciata, classe di concorso AD04, ho partecipato al concorso nella regione Toscana, regione in cui vivo. I posti erano 640 circa, i partecipanti 590, sono stati ammessi all’orale 143 docenti. Tra questi nessuno ha avuto una valutazione superiore al 29, almeno in base ai dati a me pervenuti.
Ieri ho letto un’intervista al ministro Giannini, riporto quanto ho letto:
– Non è bello sapere che gli stessi prof bocciati, quindi considerati inadatti a insegnare, andranno a fare i supplenti nelle classi.
«Certo, ma non possiamo impedirglielo. L’ultimo grande concorso risale al 1999, con un accumulo di precari che hanno subito sulla pelle il disagio, ma che hanno anche creato un grande disagio qualitativo per gli studenti. Non si schiaccia un pulsante e si risolve tutto in pochi mesi, ma mi sento di dire che gli studenti di oggi hanno qualche speranza in più».
“Non possiamo impedirglielo”. Non potete? Come mai? Pensavo che questo governo fosse in grado di far tutto?
Sono riusciti dove nessun altro è riuscito: creare il malcontento totale, non ascoltare la voce del popolo che implora le proprie ragioni, travolgere completamente il buon senso.
Bisogna fare chiarezza:
Nessuno può impedire che “i bocciati” tornino in cattedra perché la scuola non andrà avanti senza di noi! I posti ci sono e resteranno vuoti. Certo meglio così per le tasche dello Stato, un precario ha pochi diritti, lo paghi quando vuoi e costa meno di un assunto.
Siamo su una strada pericolosa, non si può calpestare la dignità di insegnanti formati dallo Stato. Chi ha fatto il TFA, ha sostenuto prove difficili, superato esami e un esame di Stato, ma non perché non sapeva cosa fare della propria vita, anzi, perché aveva piena consapevolezza di una reale vocazione. Nessuno potrebbe mai sopportare tante umiliazioni se non fosse convinto di aver intrapreso la strada giusta. Qualche professore universitario ritiene che con i TFA si siano selezionati i migliori docenti, cara “ministra” perché non scrive loro una bella lettera dicendogli che sono dei grandissimi “bugiardoni”? Siamo asini e adesso a voi tocca anche tenerci nel mondo della scuola.
Questo concorso non aveva senso dal principio, i posti c’erano e c’erano anche gli insegnanti: non ragazzini, non neolaureati, ma personale già selezionato e soprattutto già in servizio nella scuola.
Invece di parlare di quanti docenti sono impreparati, perché non si riflette sulla follia di chi ha pensato questo ridicolo concorso? Perché non si parla al TG1, del Quiz docenti 2016: 150 minuti per rispondere a 6 domande disciplinari e due in lingua straniera. Perché non parliamo della mancanza delle griglie di valutazione, pubblicate solo dopo lo svolgimento delle prove scritte? Perché non si parla di valutazioni diverse in regioni diverse: signora ministra possibile che in Toscana siamo tutti asini e in Campania (per fare un esempio) sono nati tutti geni?
Le parole serie della signora ministra riescono a suscitare solo un sano umorismo pirandelliano, amarezza dietro la facciata di una situazione ormai ridicola. Siamo davvero caduti in basso, almeno non si cerchi di spiegare seriamente una situazione che ha dell’assurdo. A settembre i bocciati torneranno a lavoro e nessuno potrà farci nulla, non potete eliminarci, voi ci avete creato e a voi spetta collocarci, ma calpestarci come formiche servirà a poco.
“Quello che non mi uccide, mi fortifica” (Friedrich Nietzsche).
Un’insegnante bocciata.
Nunzia Sofia