Bimbo si fa male in classe, scuola condannata al risarcimento. Il preside: “Abbiamo vigilato, le insegnanti controllavano, ma fu un gesto improvviso”

“Quello che è accaduto è dipeso da un gesto improvviso che era impossibile prevedere. La scuola aveva attuato tutto in modo che ci fosse il controllo della situazione”.
Sono queste le parole del dirigente scolastico della scuola coinvolta, affidate a La Nazione, in merito all’incidente avvenuto nel marzo 2017, dove un alunno di quinta elementare, a seguito di uno spintone da parte di un compagno, ha riportato gravi danni alla bocca e ai denti. Il Tribunale di Firenze ha condannato la scuola a risarcire la famiglia del bambino con 17mila euro per le prolungate cure a cui è sottoposto da allora.
Mancato controllo da parte dei docenti
La sentenza evidenzia la mancanza del controllo che i docenti sono tenuti a garantire, soprattutto nella scuola primaria, dove i bambini hanno minore capacità di prevedere le conseguenze delle proprie azioni. Il Tribunale ha ritenuto insostenibile la tesi difensiva della scuola, secondo cui il gesto repentino dell’alunno non era prevedibile. “Se gli insegnanti fossero stati effettivamente presenti in classe, e avessero assolto al proprio dovere di controllo e vigilanza, si sarebbero resi conto che il danneggiato non era neppure un alunno della classe, bensì di altra sezione”, si legge nella sentenza.
“Culpa in vigilando” per la scuola
Il Tribunale ha configurato la responsabilità della scuola in termini di “culpa in vigilando”, sottolineando come la presenza di insegnanti attenti avrebbe potuto evitare l’incidente. “Nessun carattere di imprevedibilità può ascriversi in capo a un soggetto che, volontariamente, spingeva il compagno”, conclude la sentenza, ribadendo l’importanza della vigilanza costante da parte del personale scolastico, a tutela dell’incolumità degli studenti.