Bimbo muore per una sfida su YouTube, Parsi: “Occorre formare i docenti. Studenti non distinguono più tra web e realtà”

Il tragico che ha coinvolto il piccolo Manuel, ucciso da un SUV guidato da giovanissimi youtuber, solleva una serie di preoccupanti questioni generazionali. Maria Rita Parsi, psicoterapeuta di fama e autrice di oltre 100 libri, fornisce, al sito Giustizianews24, un’analisi acuta di questi eventi.
Secondo Parsi, la seduzione del web ha generato una generazione di ragazzi che inseguono la sfida, con il desiderio di ottenere consenso, followers e guadagni. Queste sfide, come guidare una Lamborghini per visibilità o registrare eventi rischiosi, mostrano un’inquietante indifferenza per le potenziali conseguenze, sia per loro stessi che per gli altri.
Parsi osserva che queste sfide non sono espressione di una comunità educativa, ma di un narcisismo maligno, alimentato da una distorsione della realtà che il mondo virtuale permette. Questa realtà alterata può portare a una perdita del senso del reale, con effetti potenzialmente distruttivi.
Tale mancanza di discernimento tra bene e male, secondo Parsi, potrebbe derivare da una carenza educativa in famiglia e a scuola. L’esempio di genitori che minimizzano comportamenti pericolosi, definendoli “bravate”, contribuisce a formare la mappa cognitiva dei ragazzi, influenzando così le loro azioni future.
Queste sfide virtuali e la necessità di consenso evidenziano un problema più grande nel nostro approccio alla realtà virtuale. Per Parsi, è necessario adattare il mondo virtuale ai progressi che abbiamo ottenuto nelle società democratiche. La prevenzione e l’educazione all’uso responsabile del virtuale sono cruciali in questo processo.
La costante ricerca di approvazione dei giovani attraverso i “like” e i “followers” è un altro indicatore di questa problematica. Parsi spiega che tale bisogno deriva dalla mancanza di confronto e di attenzione reale. In mancanza di quest’ultima, i giovani possono cercare conferma in gruppi negativi o in comportamenti violenti e abusivi.