Bimbo iperattivo sospeso da scuola, il Tar risarcisce la famiglia con 2mila euro. Il Dirigente: rifarei tutto daccapo

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Il Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio ha stabilito che la scuola situata in provincia di Roma dovrà risarcire con 2.000 euro la famiglia di un bambino sospeso dalle lezioni per “iperattività”. La sospensione, avvenuta dal 28 febbraio al 21 marzo di quest’anno, è stata contestata dai genitori, che hanno richiesto l’annullamento del provvedimento. Inizialmente, il TAR aveva ordinato il reintegro immediato del bambino, ma il dirigente scolastico, non aveva eseguito la disposizione.

La sentenza e le reazioni dei genitori
Nella sentenza, i giudici hanno espresso una chiara critica all’operato della scuola, affermando che il provvedimento disciplinare non aveva lo scopo di correggere il comportamento del minore, ma piuttosto perseguiva altri fini. I genitori del bambino, intervistati dal Messaggero, hanno accolto positivamente la decisione del tribunale, sottolineando l’importanza del riconoscimento dell’errore da parte della scuola. “Non ci interessano i soldi, ma è fondamentale dimostrare che i bambini non devono essere allontanati da scuola“, ha dichiarato il padre del bambino, evidenziando come la famiglia abbia combattuto strenuamente per ottenere giustizia.

Il legale della famiglia

L’avvocato che assiste la famiglia ha fornito dettagli sulla vicenda, “in un primo tempo, infatti, il preside aveva puntato sull’espulsione dell’alunno sostenendo una mancata educazione da parte della famiglia o comunque per il comportamento in classe, poi dai documenti in tribunale abbiamo appreso che in realtà la sospensione era stata motivata dalla difficoltà di non avere ore sufficienti di sostegno“.

La replica del Dirigente

Il dirigente scolastico, da canto suo replica affermando: “Rifarei tutto daccapo perché il bambino, dopo quel clamore mediatico, ha ottenuto 40 ore settimanali di copertura anziché 11, segno di una carenza sia dei servizi sociali in comune che del mondo appartenente alla scuola. A me basta questo, lo scopo per cui mi sono battuto è stato raggiunto e dico anche che in fondo la sentenza è interpretabile”.

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