Bianchi: “Dopo Pasqua le scuole saranno riaperte anche in zone rosse. Docenti valutino studenti tenendo conto della situazione pandemica”
Il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, è intervenuto a Sky TG24. Queste le parole del titolare del dicastero di Viale Trastevere.
“Si ricomincia dalla scuola che è non l’ultima ma la prima a riaprire. Questa l’idea che volevamo dare”.
A proposito della mancanza di docenti in questi due giorni di apertura prima delle vacanze di Pasqua Bianchi ha sottolineato che “in questi due giorni le zone arancioni hanno riaperto lo avevamo detto da tempo, e da tempo avevamo detto che da quando si tornava arancioni, come il Lazio, come Roma, si sarebbe riaperto la scuola. Questo lo sapevano. Non è quindi un problema di oggi. Abbiamo – ha aggiunto Bianchi – e questo un altro tema, molte scuole del nord che storicamente mancano di insegnanti, soprattutto di matematica e di italiano e abbiamo, invece, molta disponibilità a l sud. Questo è un problema che stiamo affrontando, non solo per affrontare l’emergenza, ma per trovare dei meccanismi che diventino permanenti nel tempo. Bisogna uscire dall’emergenza pensando al dopo”.
Secondo Bianchi “il tempo pieno è fondamentale e deve essere sempre più diffuso nelle scuole italiane. Il ministro spiega che col piano nazionale di rilancio e di resilienza, si esce dalle difficoltà innovando”. Si tratta di “un grande piano contro la povertà educativa e che prevede diversi temi”.
“Nel nostro Paese – continua Bianchi – sono troppi i bambini che non hanno quel punto di riferimento affettuoso, dico con orgoglio la parola ‘affettuoso’. La scuola dell’infanzia non è un lusso e non lo deve essere soprattutto al Sud. Le discipline scientifiche, matematica e scienze, sono fondamentali ma anche altre. Il computer per quelli della mia età è una scoperta, i bambini crescono col computer e lo sanno usare meglio di noi. Poi arte, musica, c’è troppa poca musica nelle nostre scuole. C’è lo sport inteso come salute, molti bambini crescono non avendo cura del proprio corpo. Il tempo pieno – sostiene il ministro – deve essere proprio finalizzato ad aiutare ai nostri studenti una vita più complessa”.
“Non diamo tutta la colpa alla pandemia – ha ammonito Bianchi – La situazione italiana da tempo era la situazione che in Europa aveva maggior numero di dispersione, cioè di ragazzi che non finivano il corso, che si perdevano. Quindi noi dobbiamo recuperare non solo la pandemia ma tutto il pregresso. È il Paese il nostro che ha il più basso tasso di educazione in Europa e ha il più alto tasso di neet. Dobbiamo riprendere dopo la pandemia un percorso che non è quello di prima ma è un percorso nuovo, di cui il tempo pieno è un elemento fondamentale, Così come sono fondamentali le scuole per i bambini da tre a sei anni. Ma fondamentale è l’idea che i ragazzi usino tutti gli strumenti”.
“Vespa? “Vespa non è stato assunto dal ministero. Faceva parte del contingente di segreteria di cui ogni sottosegretario ha diritto. Abbiamo visto la situazione e ho già preso la mia decisione, quindi la partita è finita”.
VALUTAZIONE – Bianchi spiega anche perché si è scelto di non promuovere tutti vista l’emergenza Covid-19: “Io credo sia un diritto dei ragazzi essere valutati ed è un dovere degli insegnanti. Non è un’ispezione, la valutazione è il modo per essere accompagnati e orientati. In Emilia Romagna abbiamo fatto scrutini ed esami col terremoto. I nostri insegnanti sapranno dare una valutazione tenendo conto della situazione pandemica”.
MUSICA E SPORT – “Poi le discipline scientifiche, quelle che si chiamano le Stem, cioè la matematica, le scienze. Poi c’è un’altra materia per me fondamentale. Poi c’è l’arte, la musica. La musica è un linguaggio:
c’è troppa poca musica nella nostra scuola. E poi lo sport, inteso come salute. La nuova scuola deve essere un tempo pieno ma non per ripetere due-tre volte le materie che pensavamo nel passato. Ma permettere ai nostri ragazzi di affrontare una vita sempre più complessa”.
SCUOLA IN ESTATE – “Si va verso una nuova normalità, una nuova scuola, con 4 cose fondamentali: un grande piano contro la povertà educativa: nel nostro paese sono troppi i bambini e, soprattutto gli stessi ragazzi che non hanno nella scuola un punto di riferimento che io ho detto ‘affettuoso’, una scuola cioè che tiene insieme i ragazzi e li accompagna; il tema del 3-6: la scuola dell’infanzia non è un lusso e non deve essere un lusso nemmeno nel sud. Si parte dai più fragili. Stiamo studiando – ma lo diremo a fine mese – un lavoro con gli enti locali per permettere a tutti, in particolare i più fragili, nelle zone più fragili, per fare esperienza di scuole estive. Dobbiamo aumentare questo intreccio con il territorio, troveremo il modo di ascoltare tutti, poi il governo si prende le proprie responsabilità ma credo tutti saranno disponibili a trovare le soluzioni migliori per i nostri figli”.
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