Bianchi: “Puntare ad un sistema scolastico più equo. Per farlo serve il pluralismo educativo”

Il Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi ha partecipato al webinar ascoltando le istanze di USMI e CISM in merito al pluralismo educativo e le nuove sfide che riguardano la scuola.
Le difficoltà della scuola italiana non sono solo quelle causate dal Covid, ma hanno radici profonde. La scuola non è più un ascensore sociale, ma deve tornare ad esserlo. Per questo le Conferenze dei Superiori Maggiori ritengono doveroso scendere in campo con una chiara posizione a favore della scuola per tutti.
Di tutto ciò si è parlato nel webinar promosso da USMI e CISM che ha visto i Superiori Maggiori, che hanno la responsabilità di molte scuole paritarie cattoliche, a confronto con il Ministro Patrizio Bianchi.
“Il Covid ha accelerato il processo di chiusura delle scuole paritarie di frontiera, del sud, presidi di cultura e di libertà che, con rette modeste, hanno cercato di non escludere proprio i più poveri”, ha spiegato Madre Yvonne (Presidente USMI). “Fedeli alle ragioni di fondazione, gli Istituti Religiosi si sono fatti carico di tutto, pur di non compromettere lo spessore educativo, la continuità scolastica e l’aiuto ai soggetti più fragili ed emarginati. Ma evidentemente questi Istituti hanno dovuto ricorrere all’indebitamento e all’impegno degli immobili con una chiara difficoltà a mantenere aperta l’opera educativa. La reale impossibilità delle famiglie del sud ad accedere a scuole con rette superiori a 3mila euro ha causato la chiusura proprio delle scuole di frontiera. È intollerabile che proprio quelle scuole nate per i poveri, aperte a tutti, alle fasce più fragili, ai disabili ed agli immigrati hanno dovuto prima accettare di non poter accogliere tutti e poi di dover chiudere”.
Il Papa, di recente, ha invitato a scongiurare la catastrofe educativa rappresentata da una scuola classista. “Chi si dedica all’educazione è animato da una speranza incrollabile – ha aggiunto Padre Gaetani (Presidente CISM) – È questa che ci accompagna nell’impegno di ogni giorno in mezzo alle persone, soprattutto verso i piccoli, gli studenti e le studentesse che stanno crescendo e chiedono a noi adulti ragioni di vita, di fiducia e di speranza.”
Pertanto, USMI e CISM hanno guardato ai patti di comunità come alle “prove generali del percorso verso l’autonomia, la parità e la libertà di scelta educativa, un percorso che troverà compimento attraverso il coinvolgimento di ciascuno di noi. Promuovere i patti di comunità è indirizzare energie e risorse in soccorso dei più fragili”, proprio in vista dei fondi del Pnnr, per “garantire quel pluralismo scolastico che in molte aree del Sud e delle periferie del Paese va completamente rifondato. L’Italia risulta divisa in due, il Nord separato dal Sud, con l’evidenza che nel sistema scolastico non a tutti gli studenti e le studentesse vengono date uguali opportunità”.
Accanto alla sofferenza di una scuola che risulta sempre più classista si aggiunge quella di un mancato riconoscimento ai docenti che vivono in uno stato costante di precarietà. “Va osservato che il contratto a tempo determinato per cinque anni è cosa grave, anche da un punto di vista etico: il docente, spesso giovane, non ha la possibilità di progettare la propria vita, anche familiare (penso, banalmente, alla possibilità di accendere un mutuo), in quanto viene licenziato e riassunto ogni anno”, aggiunge padre Gaetani che chiede sia superata con il dl Ristori questa ingiustizia.
In particolare, il ministro Bianchi ha sottolineato che “al Ministero abbiamo la consapevolezza che la nuova scuola non potrà che essere affettuosa, ossia capace di intercettare lo studente con la sua storia e il suo bisogno di affermarsi come persona al servizio della società. Il confronto delle Istituzioni con le parti sociali, anche con chi, come USMI e CISM è sul campo ogni giorno, è irrinunciabile. L’invito del Santo Padre a scongiurare una catastrofe educativa rappresenta anche un impegno ad investire nel capitale umano. La scuola deve essere inclusiva, aperta a tutti, in grado di dare a tutti i nostri ragazzi le stesse opportunità. La tragedia del Covid ha aiutato a riportare la scuola al centro delle nostre agende. Occorre puntare insieme ad un sistema scolastico più equo e quindi di qualità, che passa dal pluralismo educativo”.