Bianchi: “I nostri ragazzi sono schiavi del cellulare. Dobbiamo insegnare loro come utilizzare gli strumenti”

“I nostri ragazzi sono diventati loro stessi schiavi del loro telefonino e del loro computer. Noi dobbiamo insegnare loro, anche utilizzando tutta la nostra cultura umanistica, che la capacità critica va coltivata per utilizzare al meglio gli strumenti”.
Lo dice al Corriere della Sera il Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, che torna a parlare dei passi fondamentali che la scuola deve percorrere.
“La scuola italiana deve tornare a essere una scuola nazionale, in grado di offrire su tutto il territorio la stessa qualità dei servizi, la stessa ampiezza dell’offerta formativa”, dice prima di tutto Bianchi.
In seconda battuta, “dev’essere una scuola degli affetti, una scuola in cui si impara a vivere e lavorare insieme, perché tutta la nuova economia è basata sulla capacità di mettere insieme le persone“.
“Terzo, dev’essere una scuola in grado di insegnare ai nostri ragazzi la capacità critica dell’uso degli strumenti. Il processo è talmente rapido che il cambiamento tecnologico è più rapido del cambiamento educativo“, prosegue il Ministro.
“Sembra un paradosso: per entrare in un’epoca così nuova bisogna tornare a una scuola antica, in cui il professore sia l’adulto di riferimento, sia il maestro, sia in grado di far sentire ai ragazzi la bellezza di crescere assieme“, conclude Bianchi.
Ricordiamo che in Italia, proprio a proposito del dibattito cellulari, recentemente è stata presentata una proposta di legge per dire stop agli smartphone e tablet ai bambini con un’età inferiore a 12 anni. Per i genitori, che non vigileranno, multe da 300 a 1500 euro.