Bianchi: “I docenti in cattedra sono nati nel secolo scorso, sono loro che hanno bisogno di formazione sul digitale”

Il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, è intervenuto su La Repubblica durante un talk organizzato da Italian Tech, sito di settore.
“Il futuro siamo noi, lo stiamo costruendo insieme, vedendo le orme su cui siamo passati e lasciandone di nuove per chi verrà dopo di noi. La Dad ci ha insegnato che ci sono altri modi e che ci sono altri mondi. Possiamo usare quell’esperienza come base, trarne vantaggio, ricordandoci come è nata questa cosa”.
“Cioè che abbiamo iniziato a usarla come alternativa all’abbandono, come modo per i ragazzi di restare collegati alla scuola. Perché l’alternativa era non fare lezione”.
E però, secondo il ministro possiamo fare meglio di così: “Abbiamo commesso l’errore di replicare a distanza quello che avveniva in presenza, di replicare il rapporto docente-studente mettendoci in mezzo un computer. Solo che così non va bene, perché dobbiamo usare gli strumenti, non essere usati”.
Poi aggiunge: “In questo momento, tutti gli studenti della scuola dell’obbligo sono nati in questo secolo, mentre più o meno tutti gli insegnanti sono nati il secolo scorso. Sono loro che hanno bisogno di formazione. Tutto ciò è possibile incrociando le competenze, pensando a un reskilling degli adulti, a una scuola che continua a non finisce, che inizia prima dei 6 anni e va avanti dopo i 18”.
“Dobbiamo combattere l’abbandono scolastico, perché non è possibile che in alcune zone dell’Italia arrivi al 30%. Vogliamo mettere in sicurezza gli edifici, in cui abbiamo investito 1,25 miliardi di euro”.
Di più: “Voglio una scuola nazionale, in cui proprio grazie a quello che abbiamo imparato a fare con la Dad, le competenze di un istituto di Roma possano arrivare nelle classi di un istituto di Siracusa”.