Bianchi è felice di avere 91mila supplenze annuali su sostegno, Pacifico (Anief): non c’è nulla di andare fieri, perché tante cattedre vanno a docenti non specializzati e il sistema è tutto da rivedere
“C’è poco da sorridere se in Italia, dopo riforme e nuovi concorsi, ci ritroviamo comunque con quasi 100mila insegnanti di sostegno precari. C’è qualcosa che non torna. Per questo, mentre il ministro Patrizio Bianchi si vanta di avere 91 mila insegnanti di sostegno su posti in deroga, il nostro sindacato ha deciso di inviare nuove osservazioni in Europa per denunciare questa assurdità che danneggia gli alunni più bisognosi”.
E’ la risposta di Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, alle recenti dichiarazioni rilasciate dal ministro dell’Istruzione sulle supplenze di inizio anno scolastico, che a suo dire non sarebbero rilevanti. Secondo Patrizio Bianchi “abbiamo 91mila insegnanti di sostegno in deroga perché nessun paese come noi è attento all’inclusione” e questi “devono essere dati anno per anno non possono essere assunti”. In generale, ha concluso Bianchi, “rimangono circa un 40mila che sono quelli della rotazione. Una quota a tempo determinato ci deve essere sempre perché è quello che permette di far ruotare il sistema”.
Ribatte il leader dell’Anief: “La verità è che invece di andare fieri di avere quasi 100mila supplenze annuali su sostegno bisognerebbe provare vergogna: ancora di più perché sul sostegno agli alunni disabili – dice Marcello Pacifico – i dati non sono annuali ma in costante crescita perché gli alunni disabili sono raddoppiati in poco più di 10 anni passando dal 2% al 4%. Ma quello che è grave è che l’Italia porta avanti una normativa in palese violazione delle norme comunitarie e della Carta sociale UE contro l’abuso reiterato di supplenze, a danno dei lavoratori e anche degli studenti. Perché quando si parla di mancata continuità didattica è proprio nei posti in deroga uno dei motivi principali. E quando si parla anche di Pnrr sostenendo che abbiamo degli impegni con l’Europa, è questo che dobbiamo assolvere prima di tutti”.
“Per tali motivi – continua – contro l’abuso di contratti a termine dello Stato italiano abbiamo presentato un reclamo collettivo al Comitato europeo dei diritti sociali e ci prepariamo a una nuova denuncia sul precariato, che si aggiunge al ricorso al giudice del lavoro per ottenere la partecipazione al piano straordinario di stabilizzazione o il risarcimento del danno per illecita reiterazione di contratti a termine. I concorsi da soli non rappresentano una risposta sufficiente a evitare l’abuso dei contratti a termine, questo è quello che abbiamo acclamato già all’indomani di quelli banditi dallo Stato italiano dal 2015. Ne sono stati organizzati sette, come ha ricordato lo stesso ministro dell’Istruzione, ma il risultato non cambia: continuiamo a mettere in ruolo sulla metà delle cattedre autorizzate dal Mef, anche quest’anno ne sono avanzate oltre 43 mila, e a convocare tra i 150 mila e i 200 mila precari l’anno per assegnargli una supplenza annuale su posto libero. Su sostegno mancano tantissimi specializzati. Questi sono fatti. Come è un dato di fatto che serve, oggi più che mai, reinserire il doppio canale di reclutamento, assumendo chi ha svolto oltre 36 mesi da tutte le graduatorie”, conclude Pacifico.