Bernini: “L’intelligenza artificiale come tutti gli strumenti non è buona o cattiva, dipende da come la si usa”

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L’intelligenza artificiale non è più un concetto futuristico, ma una realtà che sta trasformando diversi settori, compreso quello dell’istruzione. Dalla personalizzazione dell’apprendimento alla creazione di contenuti interattivi, le potenzialità dell’IA in ambito scolastico sono molteplici. Tuttavia, l’introduzione di questa tecnologia richiede un’attenta riflessione sul suo utilizzo e sulle sue implicazioni.

Durante la giornata dell’economia organizzata da Forza Italia a Milano, il Ministro dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, ha affrontato il tema dell’IA nell’istruzione, sottolineando la necessità di un approccio strategico: “L’intelligenza artificiale? Dobbiamo farci i conti cercando non di subirla, ma di accompagnarla e governarla”.

Le parole del Ministro Bernini evidenziano l’importanza di non lasciare che l’IA si imponga passivamente nel mondo scolastico, ma di gestirne l’implementazione in modo consapevole e proattivo. Ciò significa investire nella formazione dei docenti, promuovere la ricerca e lo sviluppo di strumenti didattici innovativi basati sull’IA e, soprattutto, definire un quadro etico e normativo che ne regoli l’utilizzo.

“L’IA non è un soggetto, ma uno strumento e come tutti gli strumenti non è buono o cattivo: dipende da come lo si usa”, ha concluso il Ministro. Bernini vuole porre l’accento sulla responsabilità di educatori, studenti e istituzioni nell’utilizzare l’IA in modo costruttivo, sfruttandone le potenzialità per migliorare la qualità dell’apprendimento e promuovere l’inclusione.

La sfida, dunque, non è quella di demonizzare o esaltare acriticamente l’IA, ma di integrarla nel sistema educativo in modo responsabile e lungimirante.

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