Basta con gli slogan! Lettera

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Inviata da Michele Frezza – In questo tempo di lotta contro il Covid mi torna in mente un altro infelice periodo storico in cui i soldati italiani furono sacrificati consapevolmente al fronte, con un patetico equipaggiamento, pur di dimostrare di essere coerenti con gli slogan propagandistici.

Anche se la citazione parrebbe sembrare eccessiva, nella scuola italiana sta accadendo qualcosa di simile. Nel febbraio 2020
venivano identificati i primi casi di contagio in Italia e ancora adesso, in piena quarta ondata, la maggior parte degli Istituti Scolastici del nostro Paese sono obbligati ad adottare protocolli che prevedono sanificazione, areazione, mascherine, distanziamento. Tutte misure preventive giuste se non fosse che l’areazione deve essere effettuata con l’apertura permanente delle finestre, anche in pieno inverno, poiché le aule sono affollate e con un rapporto volumetrico aria-alunni inadeguato
mentre, il distanziamento dalle famose rime buccali non tiene conto che gli studenti non sono oggetti e, proprio perché lo spazio è inadatto, basta poco per ridurre drasticamente la misura minima prevista.

In merito alle mascherine ffp2, che nell’ultimo decreto di dicembre 2021 sono obbligatorie all’aperto e in molte altre situazioni al chiuso, non sono state concesse a tutti gli insegnanti ma solo ad alcuni.

Il ministro Bianchi è certamente informato sul fatto che una considerevole percentuale dell’organico è costituito da ultra-cinquantenni a cui il decreto ha imposto l’obbligatorietà della vaccinazione perché fascia vulnerabile e allora come mai, almeno agli stessi, non sono state prescritte le ffp2 visto che anche se vaccinati possono ammalarsi gravemente? Suppongo che non sia stato fatto per la semplice ragione che per il Governo rappresenti solo un inutile spreco di risorse in quanto, in
caso di decesso, vi è solo l’incombenza del rimpiazzo; per la famiglia, sfortunatamente, è una insostituibile perdita!

In conclusione, la classe docente continua da sempre a sopportare con dignità diffamazioni, strumentalizzazioni politiche, latitanze contrattuali, ma non può tollerare slogan quali: “La scuola è pronta a ripartire “ -“ la scuola resta il posto più controllato su cui abbiamo la massima di attenzione”- “l’unico spazio chiuso è la scuola, che è sicura”, perché, nella maggior parte dei casi, è falso; la gente comune potrà anche credere alle chiacchiere dei frequentatori dei talk show che ignorano, o fanno finta di non conoscere la realtà scolastica, ma noi che siamo tutti i giorni in classe conosciamo la verità e non ci sentiamo garantiti nel diritto alla salute.

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