Banchi a rotelle inutilizzati e che procurano mal di schiena, i presidi: “Non ci risulta. Li usiamo oggi guardando anche al futuro”

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Si tratta di una delle più grandi polemiche che hanno riguardato la scuola durante la gestione di Lucia Azzolina come Ministra dell’Istruzione. I banchi a seduta innovativa o comunemente chiamati “banchi a rotelle” hanno infatti diviso l’opinione pubblica e soprattutto quella di insegnanti e presidi.

In molte scuole sembra che dopo essere stati acquistati, questi banchi monoposto non sono sempre stati utilizzati. Ma in altri casi, le scuole dopo averli ricevuti pare ne abbiano fatto buon uso, come ci raccontano i dirigenti scolastici Laura Biancato, Paolo Fasce e Cristina Costarelli.

La polemica ha riguardato anche il costo di ogni singolo banco. Come ha riferito l’AnacL’affidamento delle forniture di banchi e sedute tradizionali  sembrerebbe essere avvenuta a un prezzo in media superiore a quello stimato“.

Infatti, l’Autorità non ipotizza violazioni, ma rinvia gli atti alla magistratura contabile perché il prezzo medio per ogni arredo è stato maggiore del previsto: 93,4 euro invece di 75.

Ma l’altra questione scottante, come precedentemente accennato, è proprio l’utilizzo: poco tempo fa nel Veneto sono stati tolti dalle aule e rimessi in magazzino i banchi a rotelle acquistati nei mesi scorsi dal Governo per facilitare il distanziamento tra gli studenti in classe. La ragione principale dell’accantonamento dei banchi anti-Covid sarebbe che favoriscono l’insorgere di mal di schiena nei ragazzi, come ha riferito l’assessore regionale all’istruzione, Elena Donazzan.

Secondo quanto ha riportato La Repubblica, circa il 50% di banchi a rotelle acquistati non sarebbero mai stati utilizzati.

Ma le cose stanno davvero così?

Nella mia scuola ne sono stati ordinati 50 di banchi a seduta innovative. Questi banchi sono utilizzati nelle aule perchè hanno permesso di fare lezione con gli studenti, visto che le aule non sono sempre molto spaziose. Non potremmo fare altrimenti“, dice ad Orizzonte Scuola Laura Biancato, dirigente scolastica dellITET “Einaudi” di  Bassano del Grappa (VI). Tuttavia, la dirigente spiega: “Le sedute innovative non sono nate il distanziamento. Nel 2013 li ho prese per provare un nuovo modo di approcciarsi alla lezione. Ma ammetto che tali sedute funzionano perfettamente in un sistema scolastico come quello anglosassone, dove si cambia aula spesso durante la giornata di scuola. Qui da noi, al momento, non è molto funzionale, secondo me“.

Le sedute innovative sono state offerte alle scuole che hanno chiesto un numero corrispondente alle proprie esigenze. Noi abbiamo chiesto (e ottenuto) un certo quantitativo. Ovviamente durante la DaD non li abbiamo usati. Da quando siamo rientrati, facevano parte di una strategia di ottimizzazione degli spazi e, di conseguenza, nelle aule dove sono stati allocati, ovviamente sono stati utilizzati“, dice invece Paolo Fasce, dirigente scolastico dell’ITTL “Nautico San Giorgio” di Genova e Camogli (GE). I banchi hanno generato mal di schiena agli studenti? “No, non ho segnalazione di problemi del genere“, ha precisato il preside.

Abbiamo utilizzato tutti i banchi a seduta innovativa che avevamo comprato. Sul mal di schiena non ho ricevuto segnalazioni da parte degli studenti. Nel complesso abbiamo un riscontro positivo per il momento.“, racconta Cristina Costarelli, dirigente scolastica del liceo scientifico “Newton” di Roma che però sottolinea: “Noi non abbiamo comprato i banchi a seduta innovativa solo per la questione covid, avremmo potuto prendere semplicemente i banchi monoposto in legno, tradizionali“. Invece, “li abbiamo adottati in ottica post-covid per didattica per ambienti di apprendimento. Avevamo iniziato ad attrezzare le aule nei laboratori già nel 2019. E le sedute innovative le abbiamo dunque pensate proprio per il futuro, per le attività laboratoriali, che nella nostra visione prevedono frequenti spostamenti all’interno dell’aula e attività di gruppo“.

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