Bambini tra 8 e 9 anni: 35% consuma alimenti inadeguati (snack dolci e bevande zuccherate). Solo il 18% fa attività fisica adeguata. I dati

I dati raccolti nel 2023 mettono in evidenza una diffusione non omogenea di comportamenti alimentari salutari. Il 25,9% dei bambini non consuma frutta o verdura ogni giorno, mentre solo il 28,6% assume almeno due porzioni quotidiane di tali alimenti. Il 10,9% salta la colazione, e tra coloro che la effettuano, il 35% sceglie cibi non adeguati dal punto di vista nutrizionale, come snack dolci e bevande zuccherate.
Riguardo a quest’ultimo aspetto, il 38,8% dichiara di bere bibite zuccherate almeno una volta al giorno. Il 13,3% consuma quotidianamente snack salati confezionati. Questi comportamenti risultano più frequenti nelle regioni del Sud, dove il 24,8% dei bambini non fa una colazione qualitativamente idonea, rispetto al 18,7% del Nord.
Le madri dei bambini in sovrappeso o obesi tendono a sottovalutare il peso dei propri figli: solo il 38% di esse lo percepisce come effettivamente elevato. Questo dato sottolinea una carente consapevolezza del problema, che può ostacolare interventi correttivi a livello familiare.
Sedentarietà: comportamenti quotidiani e impatti a lungo termine
L’indagine dell’ISS conferma che il livello di attività fisica rimane basso in ampie fasce della popolazione scolastica. Solo il 18% dei bambini raggiunge i livelli di attività consigliati (almeno 60 minuti al giorno). Il 19% non svolge alcuna forma di esercizio fisico il giorno dell’indagine.
L’uso di dispositivi elettronici è particolarmente esteso: il 45,1% dei bambini trascorre più di due ore al giorno davanti a schermi, in netto superamento rispetto alle indicazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. La presenza di TV nella stanza da letto riguarda il 42% del campione, con punte del 52,2% al Sud.
Nel complesso, il 37% dei bambini risulta in eccesso ponderale: il 19,1% è in sovrappeso, mentre il 9,8% presenta obesità secondo i parametri dell’International Obesity Task Force. Questi valori salgono al 42% nelle regioni meridionali. Le differenze territoriali riflettono anche disparità nelle risorse disponibili per attività sportive extrascolastiche e nella diffusione di modelli comportamentali salutari.