Bambini plusdotati, quando l’intelligenza diventa una sfida per la scuola e un’opportunità per il futuro: come riconoscere e valorizzare i talenti nascosti tra i banchi di classe

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Riconoscere e valorizzare i bambini plusdotati rappresenta una sfida cruciale per il sistema scolastico. La storia di un alunno di una scuola primaria, in Veneto, mette in luce le difficoltà e le opportunità legate a questa condizione.

Il bambino ha mostrato fin dai primi anni di scuola un’intelligenza fuori dal comune, ma anche un crescente disagio. La sua maestra ha intuito che il problema non era la mancanza di impegno, ma la necessità di stimoli adeguati. Dopo una valutazione specialistica, è emerso che il suo quoziente d’intelligenza superava i 136, confermando la sua plusdotazione. Per aiutarlo, la scuola ha deciso di farlo avanzare di classe, una scelta supportata dalla dirigente scolastica e finalizzata a valorizzare il suo potenziale.

Il riconoscimento della plusdotazione non è sempre immediato

Il riconoscimento della plusdotazione non è sempre immediato. Spesso, i bambini vengono confusi con alunni affetti da disturbo da deficit di attenzione e iperattività, a causa di comportamenti vivaci e difficoltà di concentrazione. La formazione degli insegnanti e la collaborazione con le famiglie sono quindi fondamentali per individuare correttamente le loro esigenze e proporre interventi didattici mirati.

Il ruolo della scuola e delle famiglie

Non sempre il salto di classe è la soluzione migliore; spesso, attività personalizzate e stimolanti possono bastare per integrare questi alunni con i loro pari. Tuttavia, quando la scuola non riesce a rispondere adeguatamente, le famiglie si trovano a dover affrontare difficoltà, che in alcuni casi sfociano in contenziosi legali. La chiave per il successo, però, resta la capacità degli insegnanti di “vedere” il potenziale di questi bambini e di creare un ambiente scolastico che li valorizzi, trasformando una sfida in un’opportunità per il futuro.

Un supporto condiviso tra scuola e famiglia può fare la differenza nel garantire un’esperienza educativa positiva e gratificante per gli studenti gifted.

Strategie didattiche per valorizzare il talento

Una volta riconosciuta la plusdotazione, il passo successivo è adattare l’insegnamento per rispondere alle esigenze di questi studenti. Le strategie didattiche più efficaci includono:

  • Differenziazione del curriculum: proporre attività e contenuti più complessi o approfonditi rispetto al programma standard, per stimolare l’interesse e il coinvolgimento degli studenti gifted.
  • Apprendimento per progetti: incoraggiare i bambini a lavorare su progetti autonomi che richiedano ricerca, creatività e problem solving.
  • Gruppi di lavoro eterogenei: favorire la collaborazione tra studenti gifted e compagni con diversi livelli di abilità, per promuovere lo scambio di idee e lo sviluppo di competenze sociali.
  • Mentorship: coinvolgere esperti o docenti specializzati per guidare gli studenti gifted in percorsi di apprendimento personalizzati.

Le strategie richiedono un impegno aggiuntivo da parte degli insegnanti, che devono bilanciare le esigenze degli studenti gifted con quelle del resto della classe. In contesti con classi numerose, questo compito può risultare particolarmente complesso.

Un disegno di legge

A tal proposito, bisogna ricordare che in Senato è in discussione un disegno di legge che propone di introdurre un quadro strutturato per identificare e supportare questi studenti.

Le misure proposte includono la creazione di piani didattici personalizzati, l’assegnazione di un tutor dedicato per monitorare i progressi e l’opportunità di frequentare anni di studio superiori rispetto alla loro età anagrafica.

L’obiettivo è sfruttare al meglio le potenzialità di questi studenti, ma anche prevenire le conseguenze negative di un mancato riconoscimento delle loro capacità, che possono includere la diagnosi errata di altre condizioni o l’insoddisfazione e la disconnessione dall’ambiente scolastico.

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