Azzolina: “Non era compito del Ministero raccogliere i dati, la scuola non ha contribuito ai contagi, è palese”
La ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, è intervenuta a Sky TG 24, intervistata da Ilaria Iacoviello, sull’attualità scolastica.
“Ci sono ancora contagi da Covid-19. I dati ci sono, li abbiamo raccolti e affidati all’Istituto Superiore di Sanità perché lì lavorano degli esperti che devono interpretarli, settimana per settimana. Ho letto quello che è stato scritto su un giornale, ma io mi devo difendere, devo difendere il Ministero. Non si possono sparare numeri a caso. La scuola non ha influito sulla seconda ondata, questo ormai è chiaro. Chi sostiene il contrario o non ha fornito i dati agli specialisti o è in malafede. I dati ci sono. l ministero dell’Istruzione li ha raccolti pur non essendo proprio compito. Semmai abbiamo fatto un lavoro in più con un monitoraggio interno per avere un doppio controllo. E meno male, perché in alcuni casi, dove le Asl erano in sofferenza, i dati che noi avevamo erano gli unici. I contagi ci sono ancora, bisogna essere molto prudenti, per far sì che questo Natale non diventi un’altra estate”.
Sulla riapertura della scuola: “Sui trasporti, da tempo avevo chiesto misure territoriali, non tanto regionali. Sui trasporti non si possono paragonare le grandi città e le piccole province. Nelle piccole province sarebbero già pronte, nelle città metropolitane invece il flusso di persone è più elevato e ci vorrà un supplemento di lavoro. È vero che siamo riusciti a indebolire la curva dei contagi ma serve prudenza. I nostri studenti torneranno a scuola il 7 gennaio con ulteriori precauzioni perché si sta lavorando sul lato trasporti. Da tempo ho chiesto delle misure territoriali sui trasporti perché non si possono paragonare le grandi città metropolitane alle province, aver chiesto ai Prefetti di darci una mano penso sia la soluzione migliore. Nelle città metropolitane il flusso delle persone che si muovono è più elevato e ci vorrà un lavoro più elevato”.
Poi: “Il tracciamento ha avuto difficoltà a settembre, ora sta recuperando grazie all’allentamento della curva e stiamo chiedendo una corsia preferenziale per test rapidi e tamponi in vista della riapertura. Serve una corsia preferenziale per test rapidi e tamponi, se ci fosse il caso di un positivo in classe i dirigenti scolastici devono avere risposte quasi immediate rispetto alla possibilità dei test rapidi in classe. Quando si è fatto, si è scoperto che i protocolli funzionano e la maggior parte studenti in classe non si è contagiata”.
E ancora: “Il Paese non ha avuto la necessaria considerazione della scuola nel corso degli anni. Si è brutalmente tagliato. Oggi c’è una rotta diversa, con una consapevolezza diversa. Anche tenere il primo ciclo aperto non è stato facile perché in Italia c’è un problema culturale che la scuola non sia importante come le attività produttive”.
Sui banchi a rotelle: “Con i 2 milioni e 400mila banchi abbiamo recuperato un ritardo di 20 anni. Ben vengano siano stati comprati, finalmente abbiamo rinnovato tutto. Erano banchi obsoleti, i nostri studenti avevano diritto a banchi più nuovi”.