Autonomia differenziata, sulla scuola le regioni temono aumento dei divari Nord-Sud, Valditara: troveremo soluzioni anche per istruzione

Sul tema dell’autonomia differenziata interviene il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara.
A margine di un convegno a Milano, l’attuale titolare del dicastero di Viale Trastevere afferma: “Sull’autonomia credo che ci saranno sicuramente i tempi per fare una buona riflessione e per trovare delle soluzioni utili per la scuola italiana e per i territori”.
Sul dibattito riguardo la regionalizzazione della scuola è intervenuto, nelle scorse ore, il presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto paventando il rischio di un’accentuazione dei divari tra Nord e Sud: “Se si dovessero formare sistemi scolastici diversi, il divario del Mezzogiorno aumenterà. Terrei fuori la scuola sicuramente, su una materia come la formazione dei saperi non possiamo permetterci di aumentare i divari”.
Poi aggiunge: “Così come è strutturata questa è una riforma sbilanciata, che guarda troppo all’autonomia differenziata e poco ai diritti sociali e civili”.
“L’autonomia ci trova pienamente d’accordo. Io credo trovi d’accordo tutti gli italiani se non costituisce un motivo di debolezza per l’unità nazionale. Quindi bisogna contemperarla per esempio con un’istituzione che faccia da contrappeso”, così il presidente del Senato, Ignazio La Russa.
La bozza di disegno di legge a firma del ministro degli Affari Regionali, Roberto Calderoli, fissa, per alcuni settori, tra cui l’Istruzione, la possibilità che ogni regione possa chiedere, nella propria intesa, una più forte autonomia in materia (salvo le prerogative che sono in capo alle singole scuole).
BOZZA [PDF]
La proposta di legge, si specifica, non significa che una Regione potrà modificare il programma didattico o svolgere attività di insegnamento, che rimane riservata allo Stato. Ciò su cui l’autonomia potrà incidere è l’organizzazione. L’obiettivo a cui mirano le Regioni è iniziare un anno scolastico con i docenti assegnati alle classi fin dal primo giorno. Non è in discussione l’autonomia delle scuole nel fissare i programmi, né i concorsi per le assunzioni. I livelli essenziali di prestazione saranno fissati entro 12 mesi dalla data di entrata in vigore della legge.
Prima del trasferimento di competenze lo Stato dovrà approvare i livelli essenziali delle prestazioni, entro un anno secondo la bozza.