Autonomia differenziata, oltre 100.000 firme in 48 ore. Cgil, M5S e PD uniti nella battaglia

La raccolta firme per il referendum abrogativo del ddl sull’Autonomia differenziata è partita con il piede giusto. In sole 48 ore, anche grazie alla possibilità di firmare digitalmente, sono state superate le 100.000 adesioni, pari al 20% delle 500.000 necessarie. Un risultato significativo che testimonia la forte mobilitazione contro la riforma.
Il Comitato promotore “Sì all’Italia, unita – libera – giusta”, di cui fanno parte Cgil, M5S e PD, si dice fiducioso di raggiungere l’obiettivo entro i termini previsti. La raccolta firme proseguirà sia online che attraverso banchetti informativi in tutta Italia.
“Vogliamo parlare con più persone possibili – si legge nella nota del Comitato – spiegare le ragioni della nostra battaglia e rendere questa mobilitazione sempre più condivisa e partecipata: una battaglia democratica in difesa dell’unità e della coesione nazionale, del welfare pubblico e universalistico e delle prospettive economiche e sociali del paese”.
Anche il M5S, attraverso i suoi rappresentanti nelle commissioni Affari Costituzionali, ha espresso soddisfazione per il successo della raccolta firme, definendolo “un segnale fortissimo e un avviso chiaro a Meloni e Calderoli: l’Italia non si spacca”. I pentastellati criticano la fretta del ministro Calderoli nell’avviare il negoziato con le Regioni del Nord, nonostante le richieste di moratoria da parte di alcuni esponenti di Forza Italia.
Critiche all’Autonomia differenziata arrivano anche dalla segretaria del PD, Elly Schlein, che la definisce “una riforma sbagliata, che vuole spaccare in due il paese che invece deve essere ricucito”. Secondo Schlein, la riforma “aumenta i divari che invece vanno ridotti” e “è frutto di un cinico baratto” con la riforma del Premierato.