Autonomia differenziata, le richieste del Veneto in tema di scuola: carta bianca su organici, programmi e facoltà di riconoscere nuovi istituti paritari

La Regione Veneto si fa promotrice di un’ambiziosa proposta nell’ambito dell’autonomia differenziata, concentrandosi in particolare sul settore dell’istruzione.
Come segnala Il Mattino di Padova, l’obiettivo dichiarato è quello di ottenere maggiori competenze nella gestione del sistema educativo regionale, con un focus specifico sulla determinazione degli organici scolastici e sull’organizzazione complessiva dell’istruzione sul territorio.
Tra le richieste avanzate dalla Regione spicca la possibilità di avere voce in capitolo sulla definizione delle attività didattiche e sulla determinazione degli organici del personale scolastico. La mossa si inserisce nel più ampio contesto dell’articolo 117 della Costituzione, che delinea le competenze ripartite tra Stato e Regioni in materia di istruzione.
Il documento elaborato dalla Regione Veneto, descritto come un “dossier”, propone una serie di misure volte a rafforzare l’autonomia regionale nel campo dell’istruzione. Tra queste, si evidenzia la richiesta di poter adattare i programmi scolastici alle esigenze specifiche del territorio, tenendo conto delle particolarità economiche e sociali che caratterizzano la regione.
Un aspetto rilevante della proposta riguarda la gestione del personale docente. La Regione aspira a una maggiore flessibilità nella definizione degli organici, con l’obiettivo di rispondere in modo più efficace alle necessità delle scuole del territorio.
La Regione Veneto sottolinea come queste richieste siano finalizzate a creare un sistema educativo più rispondente alle esigenze locali, in grado di valorizzare le peculiarità del territorio e di fornire agli studenti competenze più allineate con il mercato del lavoro regionale.
Il processo dovrà essere accompagnato da un adeguato trasferimento di risorse.
Tuttavia, la proposta non sarà esente da critiche. Già in passato, alcuni osservatori avevano lanciato l’allarme per un’eccessiva regionalizzazione dell’istruzione: ciò potrebbe portare a disparità tra le diverse aree del paese, mettendo a rischio il principio di uniformità del sistema educativo nazionale.
Le sei richieste della Regione Veneto
- La gestione completa dell’organico degli insegnanti, con la possibilità di distribuirlo tra le istituzioni scolastiche.
- La definizione di criteri specifici per il riconoscimento della parità scolastica e l’assegnazione dei relativi contributi alle scuole paritarie.
- La gestione dell’istruzione per adulti e dei Centri Provinciali per l’Istruzione degli Adulti (CPIA), in sinergia con il mondo del lavoro.
- L’adattamento dei programmi scolastici alle esigenze specifiche del territorio, valorizzando le ricchezze storiche e culturali del Veneto.
- Il trasferimento del personale dell’Ufficio Scolastico Regionale e degli uffici territoriali sotto l’egida della Regione, inclusi i dirigenti scolastici.
- La gestione totale dell’edilizia scolastica, dalla costituzione di un fondo di risorse all’analisi dei fabbisogni, fino alla programmazione degli interventi di adeguamento e miglioramento sismico delle strutture.