Autonomia differenziata, De Luca: “Per la scuola rischio disastro. Se al Nord garantiscono 1500 euro in più ai docenti avremo fiumi di emigrati”

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“Le bozze che stanno circolando sull’autonomia differenziata sono drammatiche. Per noi l’unità nazionale è un vincolo imprescindibile e lanciamo fin da ora, da questa terra dove si sono incontrati protagonisti del nostro Risorgimento, la sfida al presidente del Consiglio, ‘patriota’, perché difenda la nazione, la Patria e l’unità nazionale, e se le capita anche il Sud di questo Paese. La sfida è lanciata”.

Lo ha detto il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, intervenuto all’Assemblea regionale di Anci Campania in corso nel Complesso monumentale del Belvedere di San Leucio, a Caserta.

Parlando della “bozza Calderoli, non ancora formalizzata ma che va circolando”, De Luca ha sottolineato “tre problemi” rispetto ai quali, ha promesso, “noi come Regione abbiamo intenzione di fare la guerra termonucleare. Il primo è la compartecipazione delle Regioni alle entrate fiscali dello Stato. Per dirla in termini semplici, l’Iva che matura in una regione si stabilisce che venga trattenuta dalla Regione di appartenenza per il 10-15%. Ovviamente una Regione con la base imponibile molto più vasta della nostra recupera miliardi sottratti al Sud. Secondo obiettivo che hanno è la possibilità di fare come Regioni contratti integrativi per la sanità e per la scuola. E’ evidente che, se una Regione che ha il doppio di Pil pro capite della Campania può fare un contratto integrativo e garantire a un medico 1.500 euro in più al mese, avremo un altro fiume di emigrati dal Sud al Nord, e faremo fatica a reggere il nostro sistema sanitario. Sono cose che mordono sulla carne, non sono dettagli. Se fanno la stessa operazione per la scuola o la formazione professionale noi avremo un altro disastro”. 

Infine, ha proseguito De Luca, “nella bozza che circola hanno previsto che la definizione dei Lep, i livelli essenziali di prestazione, può avvenire entro un anno dall’approvazione delle intese fra presidenti di Regione e presidente del Consiglio. Questo significa che non si faranno mai, cioè che le intese avverranno sulla base della spesa storica. Questi tre punti bastano per determinare una situazione drammatica per il Sud e per rompere l’unità d’Italia”. Da qui la “sfida” lanciata al presidente del Consiglio Giorgia Meloni: “Ci aspettiamo di sapere qual è il parere del presidente del Consiglio sulla bozza che ha questi contenuti. Vedremo dove sono i patrioti e dove sono quelli che parlano di Patria”, ha concluso De Luca. 

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