Autonomia differenziata, Consulta boccia il referendum: “Oggetto e quesito non risultano chiari”

WhatsApp
Telegram

La Corte Costituzionale ha dichiarato inammissibile il referendum abrogativo sulla legge di attuazione dell’autonomia differenziata delle Regioni, la n. 86 del 2024.

Secondo quanto comunicato dall’Ufficio stampa della Corte, il quesito referendario presenta criticità in termini di chiarezza riguardo all’oggetto e alla finalità. La mancanza di chiarezza, secondo i giudici, compromette la consapevolezza dell’elettore al momento del voto.

La Corte ha inoltre sottolineato come il referendum, così formulato, rischierebbe di trasformarsi in un pronunciamento sull’autonomia differenziata in sé e, di conseguenza, sull’articolo 116, terzo comma, della Costituzione.

Una tale questione, secondo la Consulta, non può essere oggetto di referendum abrogativo, ma solo di una eventuale revisione costituzionale.

Via libera ai Referendum su cittadinanza e lavoro

Al contrario, la Corte Costituzionale ha ammesso cinque quesiti referendari su altri temi cruciali, tra cui la cittadinanza e il Jobs Act. In particolare, è stato giudicato ammissibile il referendum che propone di dimezzare da dieci a cinque anni il periodo di residenza legale in Italia richiesto agli stranieri maggiorenni extracomunitari per ottenere la cittadinanza italiana.

La Corte ha inoltre dato il via libera ai referendum riguardanti diversi aspetti del diritto del lavoro, tra cui le norme sui licenziamenti e la responsabilità solidale del committente, dell’appaltatore e del subappaltatore per gli infortuni sul lavoro.

WhatsApp
Telegram

Concorsi posizioni economiche ATA, corso di formazione ANIEF ed Eurosofia